“Tutto quello che dice lascia perplessi, seppure alcune cose siano state riscontrate. Queste rivelazioni provengono da una persona assai equivoca, di modesto spessore culturale, che probabilmente sarà strumentalizzata da qualcuno”. Giuseppe Barcellona, procuratore generale della procura di Caltanissetta, pare avere pochi dubbi sulla credibilità di Massimo Ciancimino, figlio di don Vito – ex sindaco di Palermo condannato per mafia, al centro delle cronache per le sue presunte rivelazioni sulla stagione delle stragi del 1992. E nasce uno scontro. Ciancimino jr ha già infatti annunciato che lunedì prossimo si recherà alla procura nissena, come previsto, ma “per la prima volta – dice – nella piena facoltà di dichiarante imputato di reato connesso, mi avvarrò della facoltà di non rispondere”.
Massimo Ciancimino non ci sta. Sostiene che dai “dubbi legittimi” si è passati a “critiche e insulti personali”. Invita a dimostrare quali vantaggi starebbe traendo “nel processo che mi vede oggi sottoposto a giudizio di appello”. Ciancimino jr, infatti, è già stata condannato in primo grado per riciclaggio a cinque anni e mezzo. Poi tira l’affondo. “Spero che il tutto non sia frutto di un precisa volontà a farmi tacere, perché ha pienamente raggiunto il suo obiettivo” risponde al pg di Caltanissetta.
Dai corridoi del palazzo di Giustizia di Palermo, invece, piena fiducia al dichiarante. “Massimo Ciancimino ha sempre parlato, rispondendo a tutte le domande che gli abbiamo fatto” fa sapere uno dei titolari dell’inchiesta sulla presunta trattativa fra Cosa nostra e ‘pezzi’ delle istituzioni. “Siamo convinti che continuerà a rispondere” ha chiuso il pm.