CATANIA – Prendete due squadre. Diverso il blasone, diverso l’obiettivo in campionato, diversa la pressione subita prima di ogni gara. Identica appare, invece, la rabbia dopo le rispettive ed ultime uscite. Catania-Juventus non è solo la partita del tutto esaurito. Catania-Juventus è anche, e soprattutto, il confronto tra due squadre brillanti, sinora, in campionato ma ferite nell’orgoglio dopo le recentissime prestazioni. I rossoazzurri hanno steccato la sfida esterna contro l’Inter ma non riescono proprio (e ci mancherebbe) a cancellare dalla mente quel penalty sacrosanto che il direttore di gara non ha voluto assegnargli.
Sull’altro fronte, quello piemontese, il match di Champions non vinto in terra di Danimarca pare avere avuto l’effetto di disseminare tossine al veleno all’interno dello stesso ambiente bianconero. Ma alla fine la Juve è pur sempre la Juve. E nessuno si fida di un possibile calo. Anche perché ci ha pensato mister Antonio Conte a sgomberare il campo dalle illusioni, catechizzando a dovere i suoi: “Il Catania è forte e noi dobbiamo pensare a fare subito la partita”. Ma per i campioni d’Italia non sarà così facile: li aspetta uno stadio di casa dove non ci sarà spazio nemmeno per uno spillo. L’effetto Massimino è quello sul quale contano anche i ragazzi di Maran. Lo hanno ripetuto a più riprese nel corso della settimana lanciando un messaggio inequivocabile ai supporters etnei: “Facciamo assieme una grande gara”. Il vecchio Cibali sarà interamente colorato di rosso e azzurro: i gruppi organizzati hanno promesso spettacolo. Persino nelle tribune si preannuncia meno “timidezza” del solito. Per una volta la simpatia per la compagine più amata in tutta la Sicilia passa in secondo se non in terzo piano: domenica alle 12.30 conterà solo il Catania. E basta.