PALERMO – Porti un bacione a Firenze, anzi tre. Tre firme d’autore nelle ultime tre vittorie dei rosa in un campo che spesso e volentieri ha regalato gioie ai tifosi del Palermo, rese ancor più dolci dalle lotte per un posto d’alta classifica con la Fiorentina. Battibecchi fuori dal campo e storie incrociate sul prato verde del Franchi hanno sempre fatto da contorno ad una sfida che quest’anno torna a proporsi come uno scontro diretto per l’Europa. Come nelle ultime affermazioni nel capoluogo toscano, il Palermo si prepara alla trasferta consapevole di poter essere preso sulle spalle da un solo trascinatore.
La vittoria più bella resta quella del 2006, quando per la prima volta i palermitani capirono chi fosse Amauri: due reti che restano tutt’oggi nell’immaginario collettivo per un 2-3 da cineteca, in un match risolto nei minuti di recupero proprio da una magia dell’italo-brasiliano. Dribbling a rientrare su Reginaldo dall’out sinistro, ingresso in area e una saetta lanciata alle spalle di Frey per far saltare di gioia Guidolin dalla panchina e tutta Palermo dal divano di casa. Prima un’apertura al bacio d’esterno destro per il gol dell’1-0 di Di Michele e un colpo di testa poderoso su cross di Zaccardo per il nuovo vantaggio, dopo il momentaneo pareggio su autogol di Barzagli. Quel Palermo viaggiava a ritmi da scudetto e la trasferta fiorentina legittimò ulteriormente quelle ambizioni, svanite dopo l’infortunio di Amauri a dicembre.
Tutt’altro Palermo, invece, quello che espugnò il Franchi nel 2009. In ritiro a Coverciano dopo l’umiliante 0-4 nel derby col Catania, la squadra di Ballardini si cementò attorno a Fabrizio Miccoli, che a Firenze aveva qualche sassolino da togliersi dopo l’addio del 2005. Prima vede negarsi la gioia del gol per un miracolo di Frey sulla linea, ma ci pensa Simplicio a far durare la disperazione meno di un secondo. Tap-in immediato del brasiliano per il vantaggio del Palermo, con Miccoli che si riscatterà qualche minuto più tardi: finta dalla trequarti e destro secco da fuori area per il raddoppio.
L’ultima vittoria a Firenze è invece un gioiello a firma Javier Pastore. Il Palermo di Delio Rossi è reduce da un pareggio agguantato in extremis al Barbera contro il Lecce e in casa della Fiorentina di Mihajlovic si presenta subito con l’intenzione di attaccare: i primi minuti sono tutti per Ilicic, che con due staffilate prende una traversa e realizza il gol del vantaggio, dopodiché è Flaco-show. Giocate a ripetizione, difesa viola in bambola e un gioiello di tecnica e coordinazione per il raddoppio dei rosa. Triangolazione ampia con Nocerino che lo lancia in porta, dribbling secco su Frey e palla in rete. Nel secondo tempo, dopo il gol di Gilardino, arriva un’altra firma di prestigio: Ljajic sul dischetto ha il pallone del pareggio, ma Sirigu respinge il calcio di rigore e chiude la porta in altre due occasioni.
Oggi, con un Palermo che viaggia a vele spiegate, si aspetta un’altra firma di rilievo per fare l’impresa a Firenze. A più di quattro anni dall’ultima affermazione in casa della Viola, gli occhi sono puntati su Paulo Dybala. Il ventunenne ha finora lasciato la propria impronta per nove volte in campionato ed è dietro al solo Carlos Tevez in una classifica cannonieri dal ritmo totalmente argentino. Contro una Fiorentina spuntata in difesa (assenti Savic e Gonzalo per squalifica) potrebbe mettere il suo nome accanto a quello dei tre illustri predecessori, facendo anche un pensierino al titolo di capocannoniere. D’altronde, in un Palermo che sta macinando record su record, si tratterebbe solo dell’ennesimo primato.