CATANIA – In alcuni casi, i test sierologici possono creare situazioni di grave emergenza sanitaria senza che ce ne sia, realmente, alcun bisogno o, peggio ancora, non dare alcuna certezza in caso di un focolaio grave di coronavirus. È successo nella casa di cura di Caltagirone, dove erano risultati tutti negativi ai test sierologici e invece erano in 31 positivi ai tamponi, dei quali ben 16 sono morti. Ed è successo anche alla Sibeg di Catania, colosso che imbottiglia le bevande a marchio Coca Cola, senza conseguenze per la salute, per fortuna, ma con gravi preoccupazione per per le famiglie: 4 dipendenti erano risultati positivi ai test sierologici, ben 15 dipendenti erano stati messi in quarantena, ma alla fine sono risultati tutti negativi ai tamponi.
L’azienda, guidata da Luca Busi, già da febbraio aveva adottato misure di prevenzione dei contagi. Per monitorare i dipendenti, ha anche fatto i test sierologici a tappeto, con la conseguenza che, tra alcuni, c’è stata grande preoccupazione, anche perché i 4 risultati positivi ai test, erano asintomatici.
Il risultato è arrivato ufficialmente questa mattina dall’Azienda sanitaria provinciale di Catania: «Grazie alla disponibilità e al pronto intervento dell’assessorato regionale alla Salute e degli uffici dell’Asp – commenta l’Ad Sibeg Luca Busi – è stato attivato tempestivamente il protocollo sanitario per verificare l’attuale presenza del virus: l’esito che speravamo e attendevamo è arrivato, facendo rientrare l’allarme. Questa notizia ci rincuora e ci aiuta a guardare con speranza e tranquillità al futuro: ripeteremo i test ai nostri dipendenti ogni quindici giorni per monitorare la situazione. Non abbasseremo la guardia e continueremo, col massimo rigore, a seguire le strategie di contenimento per tornare quanto prima alla normalità. Il ringraziamento – conclude Busi – va a tutti coloro che in queste ore si sono resi collaborativi e disponibili sapendo che l’obiettivo primario per Sibeg è da sempre la salute e la sicurezza dei suoi lavoratori».