PALERMO – Cassonetti stracolmi, cestini non svuotati, itinerari che saltano e lavoratori in servizio al 50%. Palermo si ritrova ancora una volta sommersa dai rifiuti: una scena vista e rivista in questi ultimi anni, ma stavolta la causa è il focolaio di Covid-19 scoppiato fra i dipendenti della Rap, la società partecipata del Comune. Un’azienda che conta 2.500 dipendenti, ma che da una settimana è in affanno con 400 tonnellate al giorno di immondizia non raccolta e che resta sotto il sole cocente.
Niente esercito
Uno scenario da incubo, specie in periferia, ma che non è stato sufficiente alla dichiarazione dello stato d’emergenza e quindi all’intervento dell’Esercito: una soluzione che la Rap aveva caldeggiato anche perché a costo zero, ma che la Prefettura ha stroncato sul nascere preferendo il ricorso ai privati e una riorganizzazione del personale.
Periferie sommerse dai rifiuti
Da via Oreto ad Altarello, da Vergine Maria all’Uditore, le periferie si sono ritrovate sommerse dai rifiuti a causa di un sistema di raccolta che è andato gambe all’aria. In realtà al momento i lavoratori risultati ufficialmente positivi sono appena 13, compresi quelli emersi dai 70 tamponi effettuati lunedì scorso (anche se le stime ufficiose dicono qualcuno in più), ma tanto è bastato per avviare uno screening di massa che ha messo in ginocchio il servizio. La Rap conta circa 1800 lavoratori: di questi 600 sono addetti alla raccolta dell’indifferenziato, ma tra normali assenze e personale costretto a casa in attesa dell’esito del test seriologico per strada ci sono al massimo 200-300 persone al giorno.
I tempi del test
Troppo poco per una città come Palermo, che infatti è subito andata in crisi. La Rap, grazie alle convenzioni con ospedali e laboratori privati, effettua 200 test al giorno ma grazie alla disponibilità dell’Asp il numero potrebbe aumentare e lo screening completo finire entro martedì prossimo. In questo caso la rapidità è decisiva per poter rimettere in servizio i dipendenti. “Una volta che viene effettuato il test o il tampone – spiegano dall’azienda – ci vogliono 48 ore per il risultato e finché non arriva i lavoratori devono rimanere a casa”.
Effetto domino
Un meccanismo obbligato, ma che ha provocato un effetto domino: oltre alle normali assenze e a chi è fermo in attesa del risultato del test, infatti, molti lavoratori in 104 e quindi considerati “fragili” hanno preferito rimanere a casa e molti altri si sono addirittura messi in malattia per paura del contagio. “Abbiamo chiesto all’Inps di effettuare le visite fiscali, ma ci hanno risposto che al momento il servizio è interrotto”, dicono dalla Rap. A conti fatti su strada c’è solo metà del personale e l’azienda sta provando a correre ai ripari attingendo temporaneamente da altri settori come lo spazzamento e la raccolta ingombranti, così come sta avvenendo per le figure apicali di coordinamento, e chiedendo mezzi al Coime e alle altre partecipate del Comune.
Si punta sui privati
Accanto alla riorganizzazione del personale interno e al ritorno in servizio di chi risulta negativo, la Rap deve poi puntare sui privati: l’emergenza ha impedito di scrivere capitolati e bandire gare e così si ricorre alle procedure veloci, interpellando le ditte inserite nell’albo dei fornitori. Il problema è che molte neanche rispondono all’appello per paura dei contagi: negli ultimi giorni ha operato una sola ditta palermitana con quattro compattatori e due pale meccaniche, a cui oggi dovrebbe aggiungersene una seconda mentre per una terza, della provincia di Siracusa, si attende risposta dai commissari giudiziari. “Le ditte le prendiamo dai nostri albi, ma non tutte offrono la propria disponibilità – spiegano da Rap – e il costo è di circa 60 euro a tonnellata”.
Costi in più
Al momento ci sono 2500 tonnellate di immondizia su strada che aumentano di altre 400 al giorno: difficile prevedere a quanto si arriverà da qui al fine settimana, visto che molto dipenderà dai privati coinvolti nella raccolta e dal personale Rap in servizio. L’unica cosa certa è che l’emergenza sarà un costo in più per i conti già poco floridi della partecipata: circa 7 mila euro al giorno, a cui sottrarre però i risparmi dovuti al fatto che mezzi e personale non escono.
Ma quanto durerà ancora l’emergenza? Difficile dirlo al momento, con la Rap che prova a ripulire strade e marciapiedi vicini a ospedali, scuole e caserme e spera di poter rientrare subito da un’emergenza che però non accenna a scemare.
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