(R.P.) Nei tragici tempi andati, quando c’era ancora il Pds, quando c’erano ancora i Ds, ogni tanto arrivava uno “zio” da Roma in Sicilia. Sì, un dirigente nazionale, calato appunto come un premuroso parente, al capezzale di un partito rissaiolo e in lotta. Erano bruttissimi giorni di spaccature, niente a che vedere con questi. All’epoca nel Pds-Ds funzionava così. C’erano faide cristallizzate da secoli e la politica non contava un tubo. Antonello Cracolici (pare di ricordare che ci fosse sempre lui, però forse è umanamente impossibile) diceva: “Pif”. E i suoi avversari in coro esclamavano : “Puf!” con tutto il fiato dei polmoni. Casomai un giorno Antonello si fosse convertito alla dottrina del Puf avrebbe di riflesso provocato una massiccia contro-conversione alla mozione del Pif, proprio di coloro che la linea del Puf avevano ideato per primi. E’ un po’ complicato. Ma a sinistra ragionavano così, in quei mesi di lotte e di sfacelo.
Quando l’esercito del Puf e le truppe del Pif cominciavano a tirarsi i capelli in pubblico e a chiamare in causa le rispettive madri, ecco che piombava l’uomo inviato da Roma. Lo “zio”, sulle prime, se la tirava da burbero. Si mostrava accigliato con i nipotini in guerra. Ma poi si scioglieva. E un caffè di qua e un cannolo (no, non i dolci di Cuffaro, un cannolo di sinistra) di là… Insomma, spianava il cipiglio. Si faceva promettere l’immediata cessazione delle ostilità. I compagni del Puf e del Pif lo accompagnavano alla stazione, lo salutavano con la manina. Quando il profilo dello “zio” si smorzava all’orizzonte, ricominciavano a darsele di santa ragione.
Pare, per esempio, di ricordare che questa non sia la prima volta di Maurizio Migliavacca in Sicilia (sempre ammesso che sia egli il prescelto). Pare di ricordare che la sua opera di mediazione sia stata preziosa tra i gangli del vecchio partito Pds-Ds. Siccome gli ingrati e ribaldi non mancano mai, c’era qualche fariseo che gli offriva il caffè e dopo, con gli amici del Pif o del Puf, lo sfotteva. Lo chiamava “Maurizio porca vacca”.
Cose di pazzi, che brutti tempi che erano quelli. Ma adesso, per fortuna, c’è il Pd.
(R.P.) Nei tragici tempi andati, quando c'era ancora il Pds, quando c'erano ancora i Ds, ogni tanto arrivava uno "zio" da Roma in Sicilia. Sì, un dirigente nazionale, calato appunto come un premuroso parente, al capezzale di un partito rissaiolo e in lotta. Erano bruttissimi giorni di spaccature, niente a che vedere con questi.
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