Droga, l'infanzia venduta dei bambini di nessuno

L’infanzia smarrita dei bambini di nessuno FOTO E VIDEO

Le immagini raccontano quanto può essere difficile nascere in una zona d'ombra.

Chissà cosa resterà in queste anime bambine. Chissà se ricorderanno qualcosa dello spaccio a cui hanno assistito, dell’aria che respiravano, del ‘degrado sociale’, come lo chiamiamo, che per loro era soltanto lo sguardo di una mamma che vendeva droga con il figlio in braccio. Chissà che donne e che uomini saranno, se si perderanno, se si ritroveranno, o se a domanda risponderanno come Ulisse rispondeva a Polifemo: “Il mio nome è Nessuno”. Ma quello era un Nessuno maiuscolo e letterario, nel nitore del mito. Questi ipotetici bambini di nessuno rischiano di essere minuscoli e non per scelta, perché nati dalla parte sbagliata della strada. E noi speriamo che abbiano appigli e forze per passare dalla parte giusta.

La mamma che spaccia con il figlioletto

Abbiamo raccontato la penosa storia di Catania, in calce all’ultimo blitz. La mamma che spaccia con il figlioletto in braccio, in un dedalo di viuzze, tra macchine, catrame da tubi di scarico e luci abbaglianti. Una sequenza in video che lascia poco all’immaginazione e che racconta fatto e contesto. Cosa ne sarà di questi e di altri bambini, secondo la cronaca fin qui disponibile, abituati a una ‘normalità’ di quel tipo? Che adulti saranno, contando su immagini di repertorio con cui sarà duro confrontarsi? Nelle riprese dei carabinieri c’è qualcosa che rischia di inchiodare ogni speranza al suolo e per molti anni, con un danno incalcolabile. C’è la condanna di essere nati nella zona d’ombra, nelle periferie che producono vite macinate dalla disperazione e dalla violenza, prima ancora che si siano affacciate consapevolmente al mondo. E diventano folclore della rassegnazione, nei documentari dell’emergenza.

Il nonno pusher a Partinico

E ancora avevamo raccontato la vicenda altrettanto penosa del ‘nonno pusher’ che vendeva le dosi in una trama in cui è stata coinvolta anche la piccola nipote: “’Conta i soldi, guarda quanti sono”, diceva il nonno affidando i soldi alla nipotina per evitare che venissero sequestrati. Si occupava di lei come fanno tutti i nonni. Solo che dopo averla accompagnata in piscina deviava il percorso per spacciare. Gli agenti del commissariato di Partinico, che ascoltavano in diretta le conversazioni dell’indagato, sentivano il fruscio delle banconote mentre la bambina contava. ‘Ora mettili in tasca’”.

Il blitz di Partinico

“I bambini capiscono tutto”

“I bambini non sono inconsapevoli e capiscono tutto – dice Anna Ponente, psicoterapeuta, direttrice del centro diaconale ‘La Noce’ -. Non conosco la situazione particolare, in generale posso dire senz’altro che un bambino si forma e si sviluppa nella relazione con la mamma, a cominciare proprio dalla gravidanza e questo lo segna. Alcuni riescono a elaborare capacità di risposta e di reazione a contesti difficili, altri no, perché l’individualità è alla base di tutto. C’è poi da considerare l’ingiustizia sociale che fa la differenza nel momento in cui nasci in un quartiere senza risorse, in famiglie che non possono accedere ai diritti. Ci sono tanti bambini che vivono in abitazioni inadeguate, senza giochi, senza spazi. Dalla nostra agenda sociale è scomparsa la parola prevenzione. Eppure, viene tutto da lì”.

Il fortino della droga

Il fortino della droga a Catania, come emerge dal blitz, era agguerrito e immerso nell’abbrutimento. Una enclave asserragliata, con le sue vedette, i suoi confini e le donne che giocavano un ruolo determinante nella partita dello spaccio.  “Un luogo quasi impenetrabile, con strade a senso unico che facilitavano il compito delle vedette quando arrivavano le forze di polizia, e quattro numeri civici collegati tra loro da porte improvvisate o finestre allargate – dicono gli inquirenti -. In questo modo gli spacciatori potevano nascondersi meglio e disorientare gli stessi acquirenti della droga, che di volta in volta erano da numeri civici diversi”. E ancora: “Le donne avevano un ruolo sia logistico che operativo. Da un lato gestivano i guadagni della piazza, raccogliendo il denaro e occupandosi dei pagamenti, dall’altro permettevano lo smercio e l’occultamento di crack e cocaina. In un caso è stato fatto un arresto in fragranza di reato, perché una delle donne è stata trovata con della sostanza dentro il reggiseno”. Un meccanismo feroce e implacabile di guadagno criminale. E i bambini guardavano.


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