Il Consiglio comunale di Palermo ancora una volta non riesce a sciogliere la matassa. La seduta di oggi si è arenata su una delibera per il ridimensionamento delle auto blu in uso all’amministrazione, in un coro di accuse ostruzionistiche reciproche tra maggioranza e opposizione. E in tutto ciò l’assessore al Bilancio, Sebastiano Bavetta, per due volte nell’arco di neanche ventiquattr’ore, non ha potuto prendere la parola per dichiarare all’aula di Sala delle Lapidi quali siano le intenzioni della giunta in merito al destino delle società partecipate del Comune. Va da sé che la discussione sul bilancio per il 2010 non è ancora partita, visto che le dichiarazioni di Bavetta sono propedeutiche all’analisi della delibera che definisce i livelli di spesa per l’anno corrente.
Dopo lo stop di ieri sera e la sospensione della seduta, stamattina a Palazzo delle Aquile si era ripreso dal punto lasciato in sospeso, ovvero la votazione del regolamento di contabilità, rivisto dopo l’emendamento targato Pd che limita l’uso del fondo di riserva alle sole emergenze. L’aula approva, nonostante i voti contrari del Pdl ufficiale e dell’Udc, in poche parole la maggioranza.
È allora che viene proposta dall’opposizione la votazione della delibera, in giacenza già da tempo, sul taglio alle auto blu, mentre ci si aspettava la sospensione dei lavori in attesa dell’arrivo dell’assessore al Bilancio. Subito i capigruppo del Pdl lealista e dell’Udc, Giulio Tantillo e Doriana Ribaldo, insorgono e invitano i loro colleghi di partito ad abbandonare i banchi, per poi rientrare al momento delle dichiarazioni di voto sul “prelievo” della delibera necessario per la successiva votazione sul merito.
Da lì è la bagarre, tra gli interventi fiume dei consiglieri di maggioranza, e il continuo rifarsi dell’opposizione all’accusa di ostruzionismo, che puntualmente veniva rimandata al mittente con ricevuta di ritorno. “Non potete fermare i lavori dell’aula”, tuona l’autonomista Mimmo Russo, estensore della delibera della discordia. Gli risponde Tantillo: “Abbiamo il diritto di parlare e di esprimere le nostre posizioni. Non era previsto che si prendesse oggi in esame quell’atto”.
Fatto sta che l’assessore Bavetta alle quindici aveva fatto capolino a Sala delle Lapidi, e dopo neanche mezz’ora è stato congedato dal presidente del Consiglio Alberto Campagna, datocché per oggi il suo intervento non avrebbe potuto avere luogo. Ed è, contando anche la settimana scorsa, la terza volta che questo accade.