CATANIA – Nel 2018, davanti a un centro scommesse di San Berillo Nuovo, ci fu una sparatoria. Le pallottole colpirono Giuseppe La Placa, u sfregiato. Un colpo all’anca. Nulla di grave. All’epoca ancora le indagini non avevano rivelato il passaggio di casacca della vittima dai Cursoti Milanesi ai Cappello-Carateddi. È stato il blitz Tricolore a rendere ufficiale quella migrazione nel gruppo che vedeva come capo-piazza di Corso Indipendenza Christian Monaco. Un nome che troviamo in un’altra operazione di polizia, denominata Camaleonte.
Da quelle indagini emerge un rapporto strettissimo tra Monaco e la famiglia di Mario Strano, boss storico di Monte Po. Che per la magistratura catanese è transitato – alla fine degli anni 2000 – da Cosa nostra ai Carateddi. Un fedelissimo di Strano qualche mese fa ha deciso di collaborare con la giustizia. Le 256 pagine di verbali integrali sono per la metà le traduzioni delle dichiarazioni in dialetto catanese di Salvatore Castorina che racconta particolari precisi sul ruolo di Mario Strano che avrebbe “creato un gruppo a San Berillo nuovo” di cui facevano parte tra gli altri proprio Christian Monaco e Giuseppe La Placa.
Il pentito punta il dito su Mario Strano per il ferimento dello “sfregiato”. Ha raccontato i particolari in un primissimo verbale, che però non è stato depositato. Quindi quello che è accaduto è frammentato. “Mario Strano gli ha sparato alla Snai allo Sfregiato… non c’ero anche io che ero messo di vedetta? Eh”, dice alle pm Antonella Barrera e Tiziana Laudani. E aggiunge: “Fino ad ora loro non sanno che è stato Mario Strano a fare quest’azione. L’ha fatto dipendere che è stato Monte Po’, lui ha rimproverato i ragazzi di Monte…dice “Non si deve fare questa cosa…”, ma non è vero, è stato lui a fare la cosa! Monte Po’ non c’entra niente. Lui per uscire a galla..”. Ma a chi si riferisce quando parla di Monte Po? “Ai fratelli”, risponde Castorina. Mario Strano dunque avrebbe cercato di depistare addirittura puntando il mirino nei fratelli Marco e Claudio. Un fatto che sarebbe rimasto segreto nella malavita. Almeno, come ha detto il collaboratore, “fino ad ora”.