Le mani appoggiate sulla bara, avvolta nel Tricolore: un gesto diventato ormai purtroppo consueto. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha reso omaggio così alle salme dei quattro alpini uccisi sabato in Afghanistan. I feretri sono stati portati a spalla dai loro stessi commilitoni. Sulla pista dell’aeroporto di Ciampino, sotto una pioggia sottile, ci sono le massime cariche dello Stato, i parenti, un picchetto del Settimo reggimento Alpini di Belluno, il loro reparto, ed una rappresentanza di tutte le Forze Armate. Presenti anche i vertici militari. Le bare, allineate sulla pista, sono state prima benedette dall’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, poi il saluto commosso del Capo dello Stato.
Dopo l’omaggio del Capo dello Stato, le bare sono state condotte verso i carri funebri, mentre il trombettiere del Settimo reggimento intonava il Silenzio. Dietro alle bare, i parenti dei caduti, giunti ieri da quattro regioni diverse: la Toscana, la Sardegna, la Sicilia e la Puglia. Grande il loro dolore: si abbracciano e si sostengono l’un l’altro, confortati anche dagli psicologi dell’Esercito. Presenti anche i sindaci dei vari comuni di dove erano originarti gli alpini uccisi. Le salme verranno ora condotte all’Istituto di medicina legale per l’autopsia disposta dalla magistratura, che ha aperto un’inchiesta sull’attentato; poi verrà allestita una camera ardente al policlinico militare del Celio. I funerali solenni dovrebbero svolgersi (ma manca ancora l’ufficialità) domani alle 10 e 30 nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli.