“Saremo seppelliti dalla munnizza, ma no di ora! Avi…”. Questo il commento, amaro, di uno dei tanti “vecchietti” che sono seduti sulle panchine di viale Mario Rapisardi. È di qualche giorno fa il “comunicato ufficiale” dell’azienda che si occupa di raccolta rifiuti a Catania. La Sicula Trasporti ha chiuso i cancelli e si sono formate file e file di camion bloccati. Tonnellate e tonnellate di spazzatura che non sarà più possibile conferire.
La città comincia a trasformarsi in un enorme cassonetto indifferenziato. Ormai i cassonetti sono stracolmi, a parte quelli del centro storico, nelle zone della città non servite dalla raccolta differenziata.
“E lei, ca’ è giunnalista, chi fa u’ viri no? (e lei che è giornalista lo vede no?) – continua il “simpatico vecchietto” seduto sulla panchina di viale Mario Rapisardi – avi 50 anni ca’ semu accusi. Cambia qualcosa? No! Uguale, uguale e ora faranno la menata “eh i rifiuti si devono portare via nave” e noi, pensionati, ci preoccupiamo. Vo’ viriri ca’ n’addumannunu altri soldi? Aspittamu, assittati, aspittamu!”.
La situazione nei quartieri che circondano la città è critica. Oggi i primi roghi con l’intervento immediato dei Vigili del Fuoco a scongiurare il peggio al Viale Mario Rapisardi.
I cumuli di rifiuti crescono. Il nonnino resta seduto sulla sua panchina mentre guarda una signora che butta, in pieno giorno, un sacco di spazzatura rosa trasparente.