Da due giorni l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, si trova nel carcere di Rebibbia dove sconterà la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio nell’ambito del processo “Talpe alla Dda”. Da due giorni politica e società civile si dividono tra professioni di solidarietà e festeggiamenti.
Se poche ore dopo la condanna c’è stato chi ha partecipato al sit-in (con immancabile vassoio di cannoli) organizzato dall’assistente dell’europarlamentare Sonia Alfano “per festeggiare” davanti Palazzo d’Orleans, c’è chi vede nel pronunciamento della Cassazione un’occasione per riflettere.
“Quest’uomo – scrive sulla sua pagina Facebook il portavoce regionale dell’Idv Pippo Russo – è stato condannato definitivamente per avere favorito non singoli mafiosi, ma la mafia nel suo complesso come organizzazione criminale. Questo uomo oggi è solo, dentro una cella, com’è giusto che sia, mentre in Sicilia continua la malapolitica, mentre ancora esiste il voto di scambio, mentre la mafia e il racket sono ancora forti, mentre le collusioni e le connivenze tra politica, mafia, affari e massoneria sono ancora salde. No, non c’è niente da festeggiare. Non voglio polemizzare ma non è un’occasione per fare feste”.
“Le sentenze – spiega Russo a LiveSicilia – non si festeggiano e non si criticano, ma si rispettano in silenzio. In questo Paese siamo troppo abituati a criticarle, contestarle e spesso senza neppure conoscerle fino in fondo. E’ giusto che la giustizia faccia il suo corso e quando, come in questo caso, c’è la condanna, la condanna di un politico, non c’è proprio cosa festeggiare”.
“Ci sono due piani paralleli – aggiunge – quello politico e quello penale. Da un punto di vista politico il nostro giudizio su Cuffaro è sempre stato negativo, perché rappresenta un vecchio modo di fare politica. Un modo basato sulle clientele, sul feudalesimo, dove i cittadini sono visti come sudditi. C’e’ poi un piano penale, che è distinto e autonomo, con una sentenza da rispettare”.
Per Russo “la condanna rappresenta certamente un fatto gravissimo” ma non si deve perdere di vista il rispetto sul piano umano e per la famiglia “che vive un dramma senza avere alcuna colpa”.
“Oggi Cuffaro – sottolinea Russo – sta pagando anche per tutti coloro che in qualche modo sono sfuggiti ai rigori della legge, ma non abbiamo una Sicilia più libera dalla mafia, dal sottosviluppo e dalla politica delle clientele e degli affari. La battaglia è ancora lunga. Adesso dobbiamo riflettere sul motivo per il quale non riusciamo a costruire, politicamente, un’alternativa credibile che spinga i cittadini a fare scelte diverse. Chi ci governa adesso proviene dalla stessa concezione feudale della politica che aveva Cuffaro e cammina a braccetto con chi dovrebbe stare con noi dell’Idv e combattere il sistema. Allora, invece di festeggiare, proviamo a riflettere su noi stessi e sull’incapacità di offrire ai cittadini un’alternativa credibile che li spinga al cambiamento”.