L’unica cosa certa è che Di Betta se n’è andato. Cosa seguirà a questa scelta, però, è davvero difficile saperlo. Perché se da un lato si discute persino su quale dei quattro deputati di Fli all’Ars dovrà sostituire l’uscente (offrendo, così, quel “quid” di politico in più chiesto da molti), dall’altro in tanti iniziano a pensare che le “certe” elezioni anticipate non sono più così certe.
E ad alimentare i dubbi sul futuro del governo, della sua possibile nuova fisionomia e persino sulla durata dell’esperienza alla guida della Regione di Raffaele Lombardo, ecco arrivare anche la convocazione per una conferenza stampa, oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans. Un comunicato stringato, stringatissimo. Che arriva proprio nelle ore successive alla “formalizzazione”, da parte di Cracolici e Lumia, dell’invito a “farsi da parte”. Così, questo pomeriggio non può escludersi nulla. Nemmeno le dimissioni del presidente. Una decisione che, però, si scontrerebbe con le ultime dichiarazioni che parlano di un mini-rimpasto al governo. Un governo dal quale potrebbero presto fuoriuscire altri due assessori “di peso”, come il vicepresidente Giuosuè Marino e Marco Venturi, alle Attività produttive.
Se, infatti, nel gioco degli incastri al governo, si continuano a inseguire le voci di panchinari pronti a subentrare a tecnici un po’ stanchi, sullo sfondo c’è la vicenda di quello che è, numericamente, l’alleato più forte di Raffaele Lombardo, il Pd. Un partito che sembra pronto ad abbandonare il governatore al suo destino. Una scelta che potrebbe mettere fortemente in bilico quella certezza: elezioni anticipate? Chissà.
Già, perché tra dieci giorni esatti, i democratici si vedranno, discuteranno, e faranno il punto sul sostegno al governatore e soprattutto sulla linea politica da seguire in vista delle prossime Regionali. E su questo punto, le dichiarazioni di oggi di Totò Cardinale sparigliano un po’ le carte. “D’Alia? Sarebbe un buon candidato”, ha detto. Certamente conoscendo bene la posizione del segretario dell’Udc che ha più volte affermato: “Mai più con Lombardo”. Così, al di là delle dichiarazioni di facciata, non sembra più così lontano un addio del Pd all’Mpa. “Una fase conclusa”, quella della partecipazione all’esecutivo, ha detto più volte il leader nazionale Bersani. Tesi in qualche modo rilanciata dall’attuale segretario regionale Lupo, che ha aperto a Idv e Sel, e invitando, semmai, i vista delle Regionali, proprio l’Udc. E ripresa anche oggi da Cracolici e Lumia, che hanno invitato il governatore a fare “un passo indietro”.
Una strategia, quella del “disimpegno democratico” che potrebbe avere un effetto immediato: Lombardo potrebbe rinunciare alle dimissioni. Potrebbe decidere, insomma, di “sfidare” l’Assemblea: per la serie, “sfiduciatemi voi, se credete”. Un’ipotesi ancora tutta da verificare. Specie se si rimane nel campo delle “cose dette”. Cioè delle assicurazioni dello stesso Lombardo sul voto anticipato a ottobre, e quelle dei suoi alleati.
Eppure, proprio la possibile scelta di puntare alla fine della legislatura, potrebbe giustificare quello che secondo molti appare come “un delirio”: il nuovo mini-rimpasto di governo. Sembra che molti degli esponenti politici contattati da Lombardo, infatti, abbiano manifestato enormi perplessità sull’ingresso nell’esecutivo. “Sarebbe una truffa” ironizza oggi il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, “visto che Lombardo ha detto che si dimetterà entro luglio, per votare a ottobre. Gli assessori sarebbero chiamati per lavorare quanto? Quindici giorni?”. Dubbio che serpeggia anche tra i diretti interessati. Cioè tra gli aspiranti assessori. Tra questi, Alessandro Aricò, indicato come il probabile sostituto del dimissionario Di Betta. Ma lo stesso vale anche per i massimi esponenti dell’Mpa. Lino Leanza, ad esempio, ha già detto che non farà parte dell’esecutivo. Così, Lombardo sta pensando a Carmelo Lo Monte, che però potrebbe entrare al governo dopo essere transitato all’Mps. Già, perché nemmeno Riccardo Savona sembra più così entusiasta di fare l’assessore per le stesse ragioni dette prima. Vale a dire: mettere la propria faccia in una situazione bollente, senza nemmeno avere avuto il tempo di godere per un tempo necessario della “visibilità” concessa dal ruolo di assessore.
Ma da Fli, la forza che sembra maggiormente convinta della necessità di un mini-turnover arrivano rassicurazioni: il rimpasto si farà, magari il giorno dopo il ballottaggio. Un rimpasto che dovrebbe riguardare quattro assessorati. Salterebbero, infatti, oltre a Di Betta, anche D’Antrassi all’agricoltura e Armao all’economia, mentre c’è sempre da riempire la casella della Famiglia, retta ad interim da Lombardo.
E se il già citato Lo Monte dovrebbe andare all’agricoltura, e Aricò (qualora superasse le sue perplessità) sostituirebbe Di Betta, bruciando il collega Livio Marrocco, si pensa, nell’ottica del rafforzamento del “Nuovo polo per la Sicilia”, di assegnare un posto in giunta anche all’Api. Tra i “papabili” c’è Bartolo Fazio. Infine, c’è da riempire la casella già vuota dall’addio di Andrea Piraino: alla Famiglia e al lavoro, Lombardo potrebbe scegliere un nome esterno all’Mpa sebbene molto vicino. Dopo il “dribbling” di Leanza, infatti, salgono le quotazioni di Patrizia Monterosso. Nuovi assessori che potrebbero andare ben oltre una scadenza da “mozzarelle”. Oltre, insomma, i quindici-venti giorni che separerebbero il “delirio” del mini rimpasto e le “annunciatissime” dimissioni di luglio. Già, perché il voto anticipato, nonostante le ufficiali certezze, non è più così certo.