"Abbandonare l'euro| non è la risposta" - Live Sicilia

“Abbandonare l’euro| non è la risposta”

Il vicepresidente Ars fa valere le ragioni del cuore e parla anche del Calcio Catania: "Invece che sprecare energie nella ricerca di colpevoli, ritengo sia più proficuo riversarle per affrontare una Serie B da vincere subito".

Intervista a Salvo pogliese
di
3 min di lettura

CATANIA – “Mettiamola così: funziona l’Europa delle banche, delle lobbies e dei tecnocrati. Non certo l’Europa dei popoli e delle identità culturali. I cittadini continuano ad avvertire, giustamente, l’Unione europea come un’entità fredda e distante, incapace, o peggio disinteressata, ai problemi quotidiani delle genti”. Salvo Pogliese, vicepresidente Ars e candidato di Forza Italia al parlamento di Bruxelles, intercetta populismo e rispetto delle istituzioni. Un mix critico, ma non sino in fondo.

E allora?

“Vogliamo portare in Europa un cuore Siciliano, per riscaldare le fredde stanze di Bruxelles e rimettere i cittadini europei al centro del progetto comunitario”.

Al di là degli slogan. Uscire dall’euro può essere la soluzione?

“Non solo non è possibile ma neanche auspicabile. Reintrodurre la lira significherebbe, imporre ai cittadini italiani la conversione dei loro risparmi nella nuova moneta, destinata a perdere di valore nei confronti dell’euro”.

Il quadro è catastrofico.

“Non è abbandonare l’euro la risposta quindi, ma avviare serie riforme economiche strutturali in grado di ridare potere di acquisto alle famiglie”.

Il suo linguaggio è molto distante rispetto a quello delle destre.

“Guardi, per arrivare all’Europa dei popoli e non dei banchieri la strategia non è di uscire dalla moneta unica ma contribuire a costituire il governo unico dell’Europa e degli Europei”.

Guardando, invece, all’ennesima strage sulle coste siciliane, crede che Mare Nostrum vada rivista?

“Non funziona, ed è sotto gli occhi di tutti, ma oltre a costare una vera fortuna ai contribuenti italiani, una cifra stimabile in circa 9,3 milioni di euro al mese, sta accentuando il problema degli sbarchi verso le nostre coste. Nei primi 4 mesi del 2014 c’è stato un aumento del 823% di arrivi di migranti verso l’Italia rispetto allo stesso periodo del 2013”.

È solo questione di numeri?

“Se il compito è solo quello di soccorrere in mare e portare in Italia gli immigrati, allora la missione rischia di essere senza fine perché la presenza navale italiana incoraggia, come sta avvenendo, i flussi migratori e ingigantisce il business delle organizzazioni criminali”.

E sul fronte formazione, come giudica l’azione Crocetta?

“La rivoluzione di Crocetta ha schiantato un intero settore, non riuscendo a risolvere nessuno dei suoi numerosi problemi. Portando, anzi, al collasso l’intero sistema”.

Doveva restare tutto come prima?

“E’ indubbio vi siano state storture, per non dire espressamente atti delinquenziali, nel settore della formazione, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Per qualche mela marcia non si può certo incendiare un intero meleto…”

L’era del 61 a 0 è finita. Ma con Crocetta al governo la sinistra è più forte?

“Semmai è più debole e delegittimata. Anzi, sono fermamente convinto che se l’esperienza del Governo Crocetta, il peggiore governatore che la nostra Regione abbia mai avuto, dovesse protrarsi fino a naturale scadenza, non sarà solo la Sicilia a finire in ginocchio, ma anche il Partito Democratico”.

Il cinque stelle, invece?

“Sarò estremamente sincero. A livello regionale, hanno dimostrato molto impegno e voglia di fare. Ma in troppe occasioni hanno svolto la funzione di stampella al fallimentare e traballante governo Crocetta. Ritengo che per il Movimento sia l’ora di andare oltre alla fase della protesta, per quanto fondata, e avviare la fase costruttiva e propositiva”.

Guardando a Catania, se fosse stato lei il sindaco, lo avrebbe abbattuto il ponte del tondo Gioeni?

“Assolutamente no. Se la stessa domanda fosse rivolta a qualunque catanese, non ho dubbi, la risposta sarebbe uguale. Non si riesce ancora a capire perché sia stato abbattuto un ponte valutato solido dalla relazione tecnica effettuata dall’Università di Catania”.

Su Enzo Bianco che dice?

“Ho il sospetto che abbia sottovalutato la situazione in cui si trova Catania. La città è stata salvata dal baratro, e messa in rampa di lancio per ripartire, dall’ottimo lavoro di Stanaceli. Ma ora sembra essersi nuovamente, mi faccia passare la battuta, spenta”.

Una domanda al tifoso. Il Calcio Catania è in B. Di chi è la responsabilità?

“Invece che sprecare energie nella ricerca di colpevoli, ritengo sia più proficuo riversarle per affrontare una Serie B da vincere subito. Per riconquistare immediatamente una Serie A che rappresenterebbe la rivincita della nostra città per la valenza che lo sport ha sempre avuto nella promozione del territorio”.

 

 

 

 

 

 


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI