Abolizione del green pass e chiusura Cts, cosa cambierà - Live Sicilia

Abolizione green pass e chiusura Cts, cosa cambierà

Il dibattito è aperto: le date e le prese di posizione

Il 31 marzo potrebbe essere la vera data della svolta, quella che potrebbe traghettare l’Italia nella fase post-pandemia, senza lo stato di emergenza e, di conseguenza, con la chiusura del Comitato Tecnico Scientifico. Ad ammetterlo apertamente, oggi, è stato chi del Cts ne fa parte, l’immunologo Sergio Abrignani. “Non credo – ha detto – che verrà prorogato lo stato di emergenza e, quindi, si scioglierà anche il Cts. Non credo che dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato”.

Parole che si traducono in un sospiro di sollievo per un Paese che, poco meno di due anni fa, scoprì restrizioni e lockdown e che oggi, invece, è vicina al completamento della campagna vaccinale. Resta aperto, poi, il tema del Green pass, con un dibattito acceso tra oltranzisti, che vorrebbero eliminarlo da subito, e attendisti, che preferirebbero rinviare ancora di qualche mese.

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Un argomento, quello del certificato verde, che crea profonde fratture anche all’interno del Movimento 5 Stelle, con il leader Giuseppe Conte costretto non solo a ricucire lo strappo ma anche a rintuzzare le critiche nei confronti del sottosegretario Pierpaolo Sileri.

Addio green pass?

Il primo a parlare di abolizione del green pass è stato il sottosegretario alla Salute Costa. Per il politico, la possibile eliminazione del certificato verde dal 31 marzo “è uno scenario possibile” e se sarà completata la campagna vaccinale anti-Covid si potrà immaginare un “progressivo allentamento delle misure restrittive”.

Dall’opposizione la leader di FdI, Giorgia Meloni, torna a chiedere l’abolizione del certificato verde, misura “inutile, senza basi scientifiche, che mi sembra serva ormai solo al Governo per imporre la propria autorità”.

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Dalla maggioranza si fa sentire la voce della Lega, con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: “dobbiamo fare come la Francia, che ad aprile toglie tutto”, ha auspicato. Costa è possibilista: “oggi – ha spiegato – dobbiamo completare la somministrazione delle terze dosi, con questo ritmo è ragionevole pensare che per marzo potremmo avere completato la campagna vaccinale aprendo un nuovo scenario con progressivo allentamento delle misure restrittive, Green Pass compreso”.

Anche il sottosegretario Sileri ha detto la sua sull’argomento. “Se tra due mesi la situazione si stabilizzerà, l’obbligo di Super Green Pass per i lavoratori over 50 potrà essere rivisto, ma tenendo d’occhio ottobre”.

Pregliasco: il prossimo inverno il virus torna

“Credo che davvero ci sia la prospettiva assolutamente positiva per questa primavera-estate ma la circolazione del virus tornerà a essere più significativa e a ‘dare fastidio’ nella stagione invernale prossima. Quindi dobbiamo graduare le scelte di apertura”, spiega Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano. Intanto, a due giorni dall’introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori over 50, sono pochi i disagi registrati.

Obbligo vaccinale per i lavoratori: primi bilanci

Sfumate anche le “rivolte” no-vax del neonato “Movimento di Liberazione Nazionale” del generale Pappalardo e del “focoso” Nicola Franzoni – a cui oggi è arrivato l’ennesimo foglio di via, questa volta da Torino -, si cominciano a fare i conti con chi non è in regola con il super Green pass. Secondo le prime stime, martedì scorso nella pubblica amministrazione sono stati presentati oltre 33 mila certificati di malattia, più o meno in linea con quanto accaduto lo scorso anno. Quello che appare ormai assodato è che il numero di ultracinquantenni che non ha ricevuto ad oggi la prima dose resta inchiodato su 1,4 milioni, senza sostanziali diminuzioni. Difficile pensare, dunque, ad un’inversione di tendenza. Quello che invece potrebbe cambiare, invece, è l’obbligo del Green pass. I più cauti, in questo senso, sono i governatori che vogliono attendere la fine dello stato di emergenza per allentare le misure del certificato.

La posizione dei governatori e dei partiti

“Dobbiamo approfittare ora della tregua che il Covid ci concede”, afferma il presidente del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga. “Se i contagi continueranno a calare” allora il Green pass “sarà uno strumento di cui si potrà fare a meno”, gli fa eco il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “La curva dei contagi si sta raffreddando e questo ci consentirà di allentare le misure ma senza fretta, senza fughe in avanti, senza sbagliare”, afferma il ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini.

Chi invece spinge sull’acceleratore, oltre a una parte della Lega e Fratelli d’Italia, è una frangia del M5S che ha anche presentato una serie di ordini del giorno a Camera e Senato contro il Super Green pass. “Dire che siamo fuori dalla pandemia non è proprio corretto – cerca di placare gli animi Conte -, stiamo transitando nella fase dell’endemia. È una prospettiva che ci conforta ma dobbiamo essere tutti d’accordo che non possiamo smantellare le misure di precauzione e protezione sin qui adottate”. Domani, con i risultati del voto di fiducia sul decreto Green pass, non è escluso l’ennesimo confronto all’interno di un movimento sempre più frastagliato.

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