Abusi su cinque nipotine | Condanna per due orchi - Live Sicilia

Abusi su cinque nipotine | Condanna per due orchi

Palermo, in appello
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Per due anni, tra il 2005 e il 2007, cinque sorelline di età compresa tra gli 8 mesi e gli 11 anni sono state vittime di abusi da parte dei due zii paterni. I due uomini sono stati condannati oggi dalla corte d’appello di Palermo rispettivamente a 4 e 10 anni di reclusione con il rito abbreviato. I fatti sono avvenuti in un paese della provincia di Palermo, in un contesto sociale di estrema povertà e di enorme degrado. Gli abusi sono stati scoperti dagli assistenti sociali, che si occupavano della famiglia in seguito ad alcune segnalazioni sullo stato di abbandono delle cinque bambine. Gli operatori, insospettiti dai comportamenti delle sorelline, che mostravano atteggiamenti e parlavano di argomenti sessuali certo non adeguati alla loro età, hanno denunciato il caso alle forze dell’ordine.

Dagli interrogatori delle vittime, ritenute tanto credibili da non richiedere l’effettuazioni dell’incidente probatorio, è emerso che due zii paterni – la famiglia viveva nella stessa abitazione in condizioni di grande promiscuità – per due anni hanno violentato le nipotine più grandi, di 5, 7 e 11 anni, e compiuto atti sessuali su quelle di 8 e 18 mesi. Dalle indagini è emerso inoltre che le bambine venivano costrette ad assistere ad atti di autoerotismo degli zii e a vedere materiale pornografico. I genitori non si sarebbero mai accorti degli abusi. In primo grado i due zii sono stati condannati rispettivamente a 5 e 10 anni: uno dei due, quello a cui è toccata la pena minore, sarebbe affetto da un deficit cognitivo che non ne ha però escluso la capacità di intendere e di volere.

La corte gli ha ridotto la pena di un anno mentre ha confermato la condanna del fratello. Le bambine sono state tutte affidate a una casa-famiglia: erano costituite in giudizio attraverso un curatore speciale, Valeria Scavuzzo, difeso dall’avvocato Roberta Pezzano. Nella vicenda sarebbe coinvolto anche un terzo zio, che all’epoca dei fatti era minorenne e quindi è ora sotto processo davanti al tribunale dei minori.

(Fonte ANSA)


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