Accenture, lavoratori in piazza: | "Nemmeno l'assunzione ti protegge" - Live Sicilia

Accenture, lavoratori in piazza: | “Nemmeno l’assunzione ti protegge”

“Siete troppo cari”. Così si sentono ripetere, da quasi un anno, le centinaia di lavoratori di “Accenture Outsourcing srl” che animano già da due settimane un presidio di protesta davanti alla sede dell’azienda in via Ugo La Malfa. Ad alimentare le inquietudini dei dipendenti, quasi tutti ragazzi, sarebbe la politica aziendale della multinazionale americana, che in un periodo di crisi globale e di contrazione dei mercati, “sta operando un piano aziendale poco chiaro che rischia di rendere critico il futuro di molti lavoratori”.

“Siete troppo cari”. Così si sentono ripetere, da quasi un anno, le centinaia di lavoratori di “Accenture Outsourcing srl” che animano già da due settimane un presidio di protesta davanti alla sede dell’azienda in via Ugo La Malfa. Ad alimentare le inquietudini dei dipendenti, quasi tutti ragazzi, sarebbe la politica aziendale della multinazionale americana, che in un periodo di crisi globale e di contrazione dei mercati, “sta operando un piano aziendale poco chiaro che rischia di rendere critico il futuro di molti lavoratori”. Già l’anno scorso la società aveva chiesto dei sacrifici agli operatori del call center, che avevano accettato di rinunciare al loro premio produzione in cambio di rassicurazioni sul rilancio degli investimenti nel capoluogo siciliano. “Ci hanno chiesto già la decurtazione in busta paga di una parte dei benefit per favorire il rinnovo contrattuale di alcuni colleghi apprendisti”, spiega Alessandro, lavoratore dell’azienda e rappresentante sindacale. Nonostante ciò, tra i ragazzi, serpeggia la paura di un’imminente strategia di disimpegno dell’azienda nei confronti della realtà palermitana.

“L’Accenture dichiara che il costo del lavoro a Palermo, rispetto ai competitors di outsourcing, sta diventando piuttosto caro e ci propone due alternative: la riduzione del 30% del nostro stipendio oppure la partnership con Transcom, azienda che all’Aquila ha messo fuori un sacco di gente”, continua Alessandro. Eppure l’“Accenture” va avanti. Proprio il 4 luglio di quest’anno ha inaugurato una nuova sede operativa a Napoli e dirottato lì tutte le nuove e più consistenti commesse. “Noi continuiamo a lavorare per l’azienda”, dice Claudio, 32 anni, sposato da otto e padre di due figlie. “Però il senso d’incertezza è grande. Pensavo che con un contratto a tempo indeterminato sarebbe stato possibile programmare la mia vita. Non è stato così. Mi impegno in ufficio, ma tra una pausa di lavoro e l’altra scendo in strada per aiutare i ragazzi a tenere in piedi il presidio”.

I lavoratori, sostenuti dai sindacati Cgil Cisl e Uil, hanno da oggi anche l’appoggio di “Forchette rotte”, il movimento di protesta nato su Facebook che sta raccogliendo in questi mesi l’adesione da parte di un gran numero di ragazzi in tutta la Sicilia. “Siamo qui oggi per dar voce ai lavoratori dell’Accenture”, spiega Antonio Ferrante, membro del gruppo. “Offriremo alla protesta una diretta streaming e consegneremo simbolicamente una forchetta rotta ai dirigenti per dimostrare che il tempo delle feste è finito. Il magna magna non va fatto alle spalle dei lavoratori”. La risposta dell’azienda è contenuta in una nota, diramata ieri mattina, in cui si smentiscono operazioni societarie che possano mettere in pericolo il futuro dei 370 dipendenti di via Ugo La Malfa: “Stiamo svolgendo semplicemente una serie di valutazioni per mantenere alti livelli di competitività in un mercato e in un settore già molto segnati dalla congiuntura economica”. I lavoratori però non si fidano. E continuano a piazzare i loro striscioni per sollecitare l’opinione pubblica e la politica. Non vogliono essere lasciati soli e chiedono al governo una maggiore attenzione per vigilare sulle aziende che “aprono nuove sedi al Sud per attingere ai fondi pubblici, ma appena finiscono i soldi girano i tacchi e vanno via”


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