Accusato di aver ucciso la moglie, Pg: "Confermare ergastolo"

Accusato di aver ucciso la moglie, Pg: “Confermare ergastolo”

Il corpo massacrato di Maria Zarba è stato trovato dal nipote nel 2018 a Ragusa. Il processo d'appello a Catania.
FEMMINICIDIO
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CATANIA – Confermare l’ergastolo nei confronti di Giuseppe Panascia, ultrasettantenne, accusato di aver ammazzato la moglie Maria Zarba, 66enne, l’11 ottobre del 2018 a Ragusa. A trovare il cadavere il nipote dei due. È stata questa la richiesta del pg Angelo Busacca alla Corte d’Assise d’Appello al termine di un’articolata requisitoria. Il magistrato ha esaminato i punti focali del ricorso della difesa. La prima parte ha riguardato questioni meramente tecnico giuridiche circa la nullità della sentenza, che per il sostituto procuratore generale non sussistono. 

Panascia in udienza non c’era. Ha rinunciato. E quindi non ha potuto ascoltare la discussione del pg e delle parti civili. 

Al centro dell’appello c’è la questione del tempo in cui sarebbe avvenuto il delitto. Per la Corte d’Assise la moglie è stata assassinata tra le 18.07 e le 18.32, cioè tra l’ultima telefonata della donna e l’uscita di casa dell’imputato (immortalata dalle telecamere). Per la difesa c’è un errore negli orari. Ma il pg ha evidenziato che quel lasso di tempo è frutto di tutto il compendio probatorio che ha portato al verdetto di condanna. E inoltre è un periodo totalmente aderente a quanto emerge dall’autopsia: il medico legale infatti stabilisce che l’omicidio è avvenuto tra le 18 e le 19. In questa ipotesi la difesa inserisce la ricostruzione alternativa: cioè quella che un’altra persona possa essersi introdotta in casa attraverso una finestrella e abbia quindi assassinato la consorte dell’imputato. Per il pg basta guardare la foto per capire quanto sia impossibile poter arrivare al balconcino ed entrare dalla finestrella. Busacca ritiene anche impossibile l’ipotesi dell’estraneo che si è introdotto nell’abitazione attraverso una porcina laterale in via Schembri. Per ammissione dello stesso imputato quella porta è sempre chiusa con un chiavistello. Ma quel giorno sarebbe stata forse dimenticata aperta. 

Busacca poi ha passato in rassegna le prove e le testimonianze che attestano la separazione “sostanziale” tra i due coniugi e i continui litigi (confermati dai parenti). Ma poi ci sono le lesioni riportate dall’imputato proprio il giorno dell’omicidio che per il medico legale sono compatibili con una colluttazione. Maria Zarba è massacrata con un corpo contundente. 

Il pg insomma mette in fila il profilo accusatorio che già in primo grado hanno portato alla sentenza di condanna all’ergastolo. E alla fine chiede la conferma di quel verdetto. Richiesta a cui si è associato anche il legale di parte civile. Si torna in aula il 4 novembre. Sarà il turno della difesa. 


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