CATANIA – Una vicenda giudiziaria che si è protratta per oltre sette anni. Alla quale la Seconda Sezione penale del Tribunale di Catania ha posto fine.
Candeggina al volto della moglie
Nello specifico l’imputato, all’epoca dei fatti ventiseienne, veniva accusato di maltrattamenti in famiglia. Secondo la pubblica accusa, l’uomo avrebbe spruzzato candeggina al volto della moglie, che in quel momento teneva in braccio il figlio in tenerissima età.
Il processo
L’allora ventiseienne tratto in arresto, vedeva il GIP, con ordinanza, non convalidare il fermo. Tuttavia, la Procura della Repubblica, decise di esercitare l’azione penale: scattò un processo, che si è concluso con un’assoluzione a formula piena perché il fatto non sussiste. Risultando infondate le accuse mosse.
“Purtroppo, l’attuale momento storico, ove si assiste quotidianamente a donne barbaramente trucidate da chi le dovrebbe amare, ha determinato un susseguirsi di responsabilità e di incombenze. Dove diventa difficilissimo distinguere, nella fase embrionale delle indagini preliminari, i fatti che dovrebbero essere archiviati, perché pretestuosi ed infondati, rispetto a quelli che meritano un approfondimento giudiziario”, spiega Francesco Sanfilippo, avvocato difensore del 26enne.
“Auspico che si agisca fattivamente a livello istituzionale – conclude -, sensibilizzando i bambini, anche attraverso incontri mirati, a rispettare le donne, inculcando così la cultura della non violenza”.