Acqua e Rifiuti, mancano i dirigenti | E non bastano neanche i premi - Live Sicilia

Acqua e Rifiuti, mancano i dirigenti | E non bastano neanche i premi

Una nuova pesatura delle strutture non risolve il problema del dipartimento: lì non vuole andare nessuno

PALERMO – Per riempire le postazioni dirigenziali al dipartimento Acqua e rifiuti rimaste vacanti non bastano nemmeno i super premi. A inizio mese, infatti, il dirigente generale Salvo Cocina ha emanato un decreto con cui porta al massimo la pesatura e di conseguenza la retribuzione per gli incarichi assunti. Questo però non sarebbe bastato.

Da quanto filtra dagli uffici di Viale Campania infatti, anche questa volta, gli atti di interpello non sarebbero stati sufficienti per riempire tutte le postazioni dirigenziali. Così, rimarrebbero senza capo dieci unità operative (strutture più piccole). È rimasto senza dirigente anche un servizio e cioè struttura più importante, quello dedicato agli impianti e alle infrastrutture nel settore dei rifiuti. Insomma, i dirigenti che avrebbero partecipato agli interpelli, uno o due per servizio, non sarebbero sufficienti per completare l’intero fabbisogno del dipartimento e così malgrado tutto alle Acque e ai Rifiuti mancano ancora dirigenti.

L’assessorato inoltre si sta muovendo per provare a colmare i vuoti anche con altri metodi. Proprio per recuperare una postazione dirigenziale è stato chiuso con qualche mese di anticipo l’Ufficio speciale per la bonifica dei siti inquinati. Così il personale in servizio presso l’ufficio è stato trasferito al servizio Bonifiche del dipartimento. Poi, si vorrebbe tentare la strada del ricorso alle posizioni organizzative, lo strumento con cui un funzionario viene elevato al ruolo di dirigente. Questa strada però, non sarebbe attivabile perché mancano le norme attuative.

Il problema dunque è sempre lo stesso. E il governo aveva provato anche a fare approvare dall’Ars una norma che prevedesse l’assunzione di dirigenti esterni che si aggiungessero ai circa 1.200 in organico. Qualche settimana fa, mentre si discuteva proprio quella norma, il presidente Musumeci aveva sollevato il caso a Sala d’Ercole. “Il Parlamento – ha detto il governatore nella seduta dell’Ars del 18 luglio – mi dia gli strumenti perché io possa assicurare la copertura di sei servizi al Dipartimento rifiuti, me lo dia il Parlamento questo strumento. Confesso e ammetto la mia ignoranza; se esistono strumenti e percorsi alternativi rispetto a quelli che noi abbiamo immaginato”. L’esito non è stato però quello chiesto dal governo e così l’accordo delle forze politiche ha varato una norma per consentire l’assunzione in comando solo per due dipartimenti: quello all’Economia e quello, appunto, alle Acque e ai rifiuti.

Intanto si è pensato di incoraggiare i trasferimenti volontari con risorse in più. La pesatura delle strutture è stata fatta attraverso la combinazione delle caratteristiche di ciascun ufficio e del peso che ha quella struttura per il raggiungimento degli obiettivi. La parte variabile è quella che riguarda le caratteristiche dell’ufficio. Queste, solo per citarne alcune, sono: l’importanza dell’ufficio per la realizzazione del programma di governo, il grado di esposizione al rischio corruttivo, le risorse finanziarie e umane che sono gestite la complessità delle funzioni svolte e la strategicità della struttura per l’intero dipartimento. Basta poco così per accorgersi che quasi tutti i servizi hanno tutte otto o nove (il massimo) caratteristiche della griglia di valutazione.

Per tutti i dirigenti di servizio e di area quindi ci sarebbe una retribuzione in più per quell’incarico che va da un minimo di 21mila euro a un massimo di 23.420 euro l’anno. L’unico servizio che vale di meno è quello d’ispettorato in cui le caratteristiche dell’ufficio sono cinque e il range di retribuzione va da 18mila a 19mila euro. All’area di monitoraggio, invece è stato dato un punteggio di sette e quindi a quel dirigente andrà una retribuzione fra i 19mila e i 21mila euro.

Le pesature delle unità operative rispondono allo stesso schema ma per la minore importanza della struttura il range di retribuzione è minore. C’è una prima fascia per le unità che rispondono a 8 o 9 criteri e per cui una postazione dirigenziale vale fra i 13mila euro e i 15mila euro. Poi c’è una fascia intermedia in cui la pesatura dell’ufficio lo fa valere fra gli 11mila e i 13mila euro e poi ci sono le unità operative che rispondono solo a 5 caratteristiche e che prevedono un range fra i 10mila e gli 11mila euro. L’esito è che nessuno vuole andare a ricoprire quell’incarico, nonostante in cinque unità su dieci, il ruolo di dirigente vale minimo 13mila euro. Dopo mesi di lavoro e le prime misure per incoraggiare l’assunzione di quegli incarichi, dunque, il risultato è sempre lo stesso: nessuno vuole andare al dipartimento alle Acque e ai Rifiuti.


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