Acqua, guerra fra Amap e Cefalù| Lapunzina: "Violano la legge" - Live Sicilia

Acqua, guerra fra Amap e Cefalù| Lapunzina: “Violano la legge”

Il Comune chiede di entrare a far parte della società: "La presidenza fa ostracismo". La replica: "E' falso".

Servizio idrico
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PALERMO – Continua senza esclusione di colpi la guerra “dell’acqua” fra l’Amap e il comune di Cefalù. La partecipata del comune di Palermo, infatti, non ha accettato di farsi carico della gestione del servizio idrico di Cefalù giudicandola non conveniente, ma scatenando le proteste del sindaco Rosario Lapunzina che, in una nota, annuncia di voler “procedere nei confronti del presidente della Società Amap che ha inspiegabilmente determinato l’esclusione dell’ente dalla lista dei nuovi soci depositata e trascritta nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Palermo”.

Amap, infatti, ha aperto la sottoscrizione delle proprie quote a quei comuni della provincia che, in vista della gestione unica del servizio, hanno deciso di non gestire in proprio le reti idriche. Dei comuni ex Aps, però, non tutti hanno aderito, determinando il licenziamento di circa 81 dipendenti e il sit-in previsto per stamattina davanti alla Prefettura di Palermo e organizzato dalla Cisl. Cefalù rappresenta invece un caso a parte, dal momento che questa volta è Amap a chiudere le porte a un comune che invece vorrebbe entrare nella compagine societaria.

“Sebbene il Comune di Cefalù avesse regolarmente proceduto, entro i termini prescritti, a sottoscrivere l’aumento di capitale che il socio unico, Comune di Palermo, ha deliberato il 16 dicembre 2015 in favore dei comuni ex Aps – scrive il sindaco Lapunzina – il presidente Maria Prestigiacomo, durante il Consiglio di Amministrazione svoltosi del marzo 2016, nel relazionare agli altri componenti del Consiglio e al Collegio sindacale, ha omesso di inserire il Comune di Cefalù nell’elenco degli Enti che alla mezzanotte di lunedì 29 febbraio 2016 avevano provveduto a sottoscrivere ed integralmente versare le azioni , determinandosi con ciò l’esclusione dell’Ente dall’elenco dei soci. Il Presidente ben sapeva, per come risulta da numerosa corrispondenza, della sottoscrizione ad opera del Comune di Cefalù, ed ha poi , il 17 marzo 2016, proceduto a una restituzione del capitale versato dell’Ente, procedura, questa, vietata per legge. Un comportamento inspiegabile, se si considera che Amap appartiene al novero delle società in house, per le quali il rispetto delle norme deve essere un imperativo categorico. Ci auguriamo che l’ Amministrazione comunale di Palermo, sindaco Orlando in testa, voglia fare piena luce su quello che, sino a prova contraria, si palesa come un vero ostracismo della Presidenza Amap nei confronti del Comune di Cefalù”.

LA REPLICA DI AMAP
“Il cda di Amap, quando ha deciso di aprire il capitale sociale agli altri comuni, ha deliberato che avrebbero fatto parte della compagine i comuni che non solo avrebbero sottoscritto le quote ma che avrebbero fatto anche l’affidamento del servizio per 30 anni. Cefalù, contrariamente ad altri 33 comuni, non ha mai effettuato l’affidamento del servizio, ma si è limitato ad acquistare quote per 100 euro. Il sindaco si faccia un esame di coscienza, anziché sparare su Amap. Per il resto delle calunnie, c’è un avvocato che sta valutando come procedere per le vie legali. Non intendiamo assolutamente farci offendere dal sindaco. I nostri legali risponderanno punto per punto, ci sono dei regolamenti che vanno seguiti e il comune di Cefalù non lo ha fatto”. Lo dice il presidente di Amap Maria Prestigiacomo.

 

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