Acque agitate in casa Pd | Documento a sostegno di Capizzi - Live Sicilia

Acque agitate in casa Pd | Documento a sostegno di Capizzi

La querelle tra gli esponenti locali Dem e la segreteria provinciale.

MONREALE (PALERMO) – È guerra aperta fra i vertici provinciali del Pd e una parte del partito monrealese, per la precisione l’anima che fa capo all’ex segretario cittadino Toti Zuccaro, designato come assessore nella nuova giunta dal sindaco Piero Capizzi. La decisione del primo cittadino di lasciare cadere nel vuoto le indicazioni del partito sulla nuova compagine di governo, ha fatto deflagrare i rapporti con la segretaria provinciale.

Con una nota, Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd, e Antonio Rubino, responsabile regionale dell’organizzazione, avevano annunciato la volontà di estromettere dal partito i sostenitori dell’amministrazione Capizzi. La replica non si è fatta attendere. Così sei consiglieri e i tre assessori in pectore, Nadia Olga Granà, Giuseppe Magnolia e Toti Zuccaro, hanno respinto al mittente le richieste della segreteria dichiarando, in un comunicato, che fra il partito democratico e l’amministrazione Capizzi non c’è nessuna guerra.

“Coerenti con il mandato elettorale ricevuto – hanno scritto – rinnoviamo il sostegno al sindaco, mai messo in discussione. Siamo nel Pd e rimaniamo del Pd”. Chi non le manda a dire al sindaco Piero Capizzi è Rosanna Giannetto, tirata in causa, obtorto collo, come assessore designato dalla segreteria e ‘bruciata’ dal primo cittadino, per la sua presunta indisponibilità, smentita dall’interessata, a lasciare il doppio incarico, criterio indicato dal sindaco come indispensabile per fare parte della nuova squadra governativa.

Il consigliere Giannetto con i suoi quasi 635 voti, la seconda più votata dopo l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Di verde, è stata considerata il candidato più naturale a rappresentare il Pd in Giunta. Di fronte al suo nome, l’inaspettato “niet” da parte di Capizzi.

“Mi stupisce – ha detto Rosanna Giannetto – che il sindaco mi indichi come la causa del suo rifiuto alla proposta della componente in giunta avanzata dalla segreteria. Gli avevo assicurato la mia disponibilità alle dimissioni, poteva trovare scuse più credibili, ma la verità è che l’asse Capizzi-Zuccaro aveva già pianificato questo epilogo, per scaricare le colpe sul Pd”.

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