Addio a Mariangela Melato| regina del palcoscenico - Live Sicilia

Addio a Mariangela Melato| regina del palcoscenico

Mariangela Melato, scomparsa stamattina a Roma, è stata tra le attrici più versatili del teatro e del cinema italiano. La notizia è stata diffusa intorno alle dieci in prima battuta su Twitter.

 

ROMA – E’ morta questa mattina, all’alba, Mariangela Melato. L’attrice si è spenta a settantuno anni in una clinica romana, lo rende noto il Teatro Stabile di Genova, con il quale la Melato collaborava da molti anni. Ma Mariangela Melato non è andata via per sempre. La sapiente ironia, l’intelligenza e l’intensità interpretativa della donna, infatti, continueranno a vivere nel cuore e nella memoria della vasta platea italiana che l’ha sempre amata ed apprezzata.

La Melato si è distinta negli anni per la grande versatilità e la capacità di affrontare ruoli comici o drammatici, di trasformarsi in personaggi molto lontani tra loro ma sempre con grandissima intensità. Chi non ricorda l’interpretazione sul grande schermo di Fiore, amante milanese di Mimì Metallurgico con la regia di Lina Wertmuller, o le innumerevoli interpretazioni sul palcoscenico del teatro come nell’Orestea di Eschilo diretta da Luca Ronconi, fino alla Filumena Marturano al fianco di Massimo Ranieri. Ruoli che hanno contribuito a rendere Mariangela Melato la signora della scena italiana.

Nata a Milano il diciannove settembre 1941, Mariangela Melato da giovanissima studia pittura all’Accademia di Brera, disegnando manifesti e lavorando come vetrinista alla Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani. La Melato muove i primi passi all’interno della compagnia di Fantasio Piccoli con il quale esordisce in “Binario cieco di Terron”. In seguito matura la sua formazione artistica sotto la guida di registi come Dario Fo, Luchino Visconti e Luca Ronconi. Contemporaneamente dimostra di saper affrontare anche ruoli drammatici, come quelli che interpreta accanto a Gian Maria Volonté in “La classe operaia va in paradiso” (1971) e “Todo modo” (1976), entrambi di Elio Petri. O ancora l’eccellente interpretazione in “Caro Michele” (1976,) di Monicelli; “Oggetti smarriti” (1979), e “Segreti segreti” (1985), di Giuseppe Bertolucci.


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