ADRANO. Rosario Ranno non c’è più da ormai 11 mesi. Era la sera del 3 agosto dell’anno scorso: ad Adrano ci sono i festeggiamenti in onore di San Nicolò Politi ed alla villa comunale si consuma uno degli atti più vili e tremendi che la città ricordi. Rosario Ranno, 19 anni appena, viene ucciso con un oggetto affilato (probabilmente un coltello) mentre era in compagnia della amica e di un’altra coppia: è un gruppetto di coetanei che lo ha avvicinato. Ed è un coetaneo ad ucciderlo: a spegnerlo per sempre. Vengono incriminati cinque persone, tra cui tre minorenni. Dei cinque, due si trovano, tutt’ora, in arresto: l’arma che ucciso non è mai stata rinvenuta e nessuno degli incriminati ha mai confessato il delitto. A distanza di quasi un anno, ormai, la città pare avere dimenticato. Non tutti però. Un gruppetto di amici, ma non solo, questa mattina ha voluto ricordare – non soltanto simbolicamente – gli 11 mesi da quella tragedia. Dei fiori, un cartellone col suo viso solare ed anche qualche riga scritta su un foglio di carta: ed allora, no. Ad Adrano, c’è chi non vuole dimenticare ed anzi vuole sensibilizzare tutti.
C’è tanta commozione. C’è inevitabilmente un grande senso di impotenza. E c’è chi ricorda che oggi dalla villa comunale e davanti a quella panchina si passa come se nulla fosse e che forse al posto di quella panca andrebbe messo qualcosa che ricordi: che faccia memoria, per una città che ferita nell’anima, nella morte di uno dei suoi figli non vuole rassegnarsi alla vittoria della male e della morte sul bene e sulla vita.