Affidamenti diretti, server condivisi |Piano giovani, un flop annunciato - Live Sicilia

Affidamenti diretti, server condivisi |Piano giovani, un flop annunciato

L'INCHIESTA. Tutte le falle del progetto: il sito, di proprietà di un'azienda di Genova che ha ricevuto diversi incarichi senza gara dalla dirigente Corsello, è ospitato su un server usato anche da altri portali. E la pagina social che usa il logo della Regione... non è della Regione.

L'inchiesta
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PALERMO – Questa è la storia di un flop annunciato. E’ la storia di un progetto gestito fra affidamenti diretti, server condivisi, con un sito del quale la Regione Sicilia non è nemmeno proprietario e una strategia social delegata a privati che si scoprono essere amici di politici. Questa è la storia del Piano Giovani di Sicilia. Leggere per credere.

La Ett e l’affidamento diretto. E’ la società al centro delle polemiche. Capitale sociale di 500.000 euro, sede operativa a Genova, sei filiali italiane (Genova, Roma, Milano, Ancona, Pescara, Palermo in via Marchese Ugo 54), una sede anche a Londra. Il dominus della società si chiama Giovanni Verreschi, classe 1967, presidente, amministratore delegato e socio fondatore della Ett Spa, acronimo di Electronic technology team. E’ lui, brillante ingegnere con laurea in ingegneria elettronica e dottorato di ricerca in informatica, che nell’estate del 2000 crea questa società di consulenza, progettazione, assistenza nel campo dell’informatica, partecipata in un’altra decina di società, quasi 100 dipendenti, molto attiva con le pubbliche amministrazioni tanto da annoverare fra i suoi clienti il ministero del Lavoro, quello della Funzione Pubblica, 32 Province, 10 Comuni e 13 Regioni. Sicilia compresa.

Al Sole24 Ore, qualche anno fa, Verreschi annunciava di aver messo a punto per il ministero del Lavoro, una piattaforma, denominata Cliclavoro, che consente di incrociare domanda e offerta”. L’embrione del piano giovani Sicilia.

Lo scorso anno Verreschi è stato fra i protagonisti del Peperoncino Festival di Diamante (Cosenza). Sul palco con lui a discutere di lavoro, l’allora sottosegretario Jole Santelli e due pezzi grossi del Pd, Andrea Marcucci e l’attuale responsabile welfare del partito Davide Faraone.

La Ett e gli affidamenti in Sicilia. Prima ancora di avere commissionato la realizzazione della piattaforma del Piano Giovani, la Ett ha ricevuto altri incarichi dalla Regione. Sempre dal Dipartimento Lavoro e sempre dalla dirigente Anna Rosa Corsello. Nell’agosto del 2012 per l’implementazione dei sistemi infornativi per la gestione del mercato del lavoro e l’erogazione di servizi innovativi e interrativi. A firmare il contratto, il 29 agosto 2012, la stessa Corsello e, in rappresentanza della Ett srl, “sorella” della Spa genovese, Davide Garbo di Villabate. Il servizio, per un importo complessivo di 169.650,00 euro più Iva ha riguardato l’implementazione e personalizzazione dell’applicazione denominata “Cliclavoro per touch screen”, un servizio in dotazione all’assessorato al Lavoro.

Fra le clausole contrattuali la Corsello specifica che “sussistono ragioni di natura tecnica per cui il contratto può essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato (ETT Srl). E aggiunge: “Trovandosi Sicilia e Servizi in stato di liquidazione trova applicazione l’articolo 2279 del codice civile che recita che i liquidatori non possono intraprendere nuove operazioni“. Cioè, siccome la principale società regionale che si occupa di servizi informativi era stata messa in liquidazione, questo nuovo servizio poteva essere affidato ad una società esterna.

La storia si ripete nell’ottobre dello stesso anno. Il presidente Crocetta non si è ancora insediato e la Corsello sigla un altro contratto con la ETT Srl. Questa volta la società genovese si occuperà di implementare il sistema informatico della Regione Siciliana. L’appalto è di 250.000,00 euro più Iva  e la clausola Sicilia e Servizi questa volta non compare. Resta visibile, invece, quella che recita che “sussistono ragioni di natura tecnica per cui il contratto può essere affidato unicamente ad un operatore economico (Ett Srl)”.

Il 4 aprile 2013 altro giro, altra corsa. I soliti Corsello e Garbo firmano un altro contratto da 140.000,00 euro più Iva per l’integrazione della piattaforma “Did online” al sistema informatico della Regione Siciliana. Presidente della Regione è già Rosario Crocetta, Sicilia e Servizi è tornata strategica e così le clausole vengono leggermente modificate. Da un lato “sono presenti ragioni di natura tecnica per cui il contratto possa essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato che possiede in via esclusiva le specifiche capacità per realizzare la presente fornitura”; dall’altro “non sussistono le condizioni di fatto e di diritto per l’applicazione dell’articolo 78 della legge regionale 6 del 2001” in quanto “le società miste non possono essere affidatarie dirette di servizi, a meno che la specifica procedura ad evidenza pubblica non riguardi l’individuazione dello specifico servizio da svolgere in partenariato e le modalità di collaborazione. La gara, inoltre,deve stabilire anche la scadenza del periodo di affidamento e alla scadenza di tale termine occorre una nuova gara per affidare gli appalti ulteriori e successivi alla società  mista già costituita”. Nel caso di Sicilia e Servizi, scrive la Corsello, “tale termine è novembre 2013 e l’intervento oggetto della convenzione ha un arco temporale che va oltre tale data e pertanto non si può provvedere ad affidamento diretto alla società mista”. Il contratto lo firma la Ett.

L’affidamento diretto per il Piano Giovani Sicilia. E siamo all’ultimo appalto, quello del flop day. Il numero del provvedimento è il 2706 del 4 giugno 2014. In totale sono 244.000,00 euro, il beneficiario è questa volta la Ett Spa e l’affidamento firmato dalla Corsello è diretto. Difficile però leggere contratto e clausole. Nella specifica pagina che dovrebbe rimandare agli atti compare una laconica scritta: “La pagina richiesta non è disponibile. Potrebbe essere stata rimossa”.

Il server del flop. Ma cosa è successo esattamente martedì 5 agosto al server “invaso” da oltre 90 mila aspiranti tirocinanti? A scoprirlo sono stati alcuni esperti web che su un blog cittadino – Live Palermo – hanno ricostruito tecnicamente il crash del portale.

Ecco cosa hanno scoperto.

Anzitutto, una premessa tecnica: l’operazione effettuata si chiama “interrogazione del server”, e ha lo scopo di ottenere determinate informazioni in merito ad un dominio web (nel caso di specie, www.pianogiovanisicilia.com); tale operazione è legale, legittima e pubblica, dunque realizzabile da chiunque ne conosca la procedura, peraltro semplice da imparare ed eseguibile da chiunque abbia una connessione Internet.

A seguito della interrogazione lato-server è risultato che il sito internet www.pianogiovanisicilia.com è registrato da una società con sede legale a Genova (la Ett appunto, ndr) . In prima battuta il sito internet era stato registrato su una piattaforma estera, Tucows Domain Inc., che personalmente nessuno del nostro Staff (composto anche da grafici e tecnici web ed informatici con alle spalle anni di esperienza nel settore) ha mai sentito. Abbiamo provato ad effettuare delle ricerche di “feedback” su Internet, ma anche in questo caso non abbiamo trovato nulla di attendibile.
Ma proseguiamo. Leggendo alla voce “Name servers” si notano alcuni spunti interessanti: i DNS di riferimento del sito internet che ricollegano al portale www.pianogiovanisicilia.com. Ebbene, questi sono DNStechnorail.com: per coloro che poco masticano di simili parametri il nome non dirà nulla, per tutti gli altri invece la risposta è semplice: il sito internet in oggetto è ospitato su server CONDIVISI (ovvero, su server che ospitano al tempo stesso migliaia di altri siti internet di clienti sparsi in tutto il mondo: è come se in una stessa casa abitassero 500 persone insieme). Una simile soluzione può andar bene per portali web e siti internet dal basso profilo, con poche visite al giorno e con pochi utenti contemporaneamente connessi. Al contrario, per come la pensiamo noi, risulta essere assolutamente fuori luogo adottare una simile soluzione in un caso come quello in oggetto, alla luce delle necessità che il Portale Giovani avrebbe dovuto soddisfare, cioè una forbice di visitatori giornalieri di circa 50/80.000 unità e utenti connessi online di circa 200/300.
Leggiamo inoltre che il server è di tipoWindows: anche qui per i non esperti la cosa potrà essere indifferente, ma in realtà la quasi totalità dei blogger e webmaster ben sanno che per un sito affidabile NON ci si può affidare ad un Server con impostazioni Windows ma, al contrario, occorrerebbe optare per una piattaforma su base Linux, unanimemente riconosciuta come migliore e più performante.
Leggiamo, infine, che di recente la “patata bollente” è passata ad Aruba, famosa società di servizi aretina tra le più quotate in Italia. Aruba, per chi non la conoscesse, offre una vastissima gamma di servizi web anche adatti alle esigenze di portali con un’altissima percentuale di visitatori giornalieri e simultanei (anche qui parliamo per esperienza personale e professionale). Ragion per cui non comprendiamo come mai, ad oggi e alla luce dei disagi registratisi durante la prima fase del  progetto, nessuno abbia mai pensato di operare un cambio di server ed impostazioni (permesso da Aruba stesso, a fronte del pagamento di una minima quota di differenza).
Questi sono i dati che, ribadiamo, sono pubblici e visibili da chiunque ne abbia interesse. Il problema di cui soffre il Portale Giovani è un problema c.d. strutturale, che si ripresenterà tutte le volte in cui il sito internet dovrà ospitare più di un certo numero di utenti giornalieri, e che può essere corretto unicamente attraverso il trasferimento dell’intero portale su una piattaforma più stabile, e capace di ospitare un maggior numero di utenti in contemporanea grazie ad un aumento delle risorse virtuali a questo scopo destinate. Operazione per nulla difficoltosa, per gli addetti ai lavori, e realizzabile in 24/48 ore. Non riusciamo dunque a comprendere come mai la Regione Sicilia, che pur avrà pagato fior di quattrini per un servizio, ottenendo tale “risultato”, non prenda alcun provvedimento alla luce della sua tanto semplice quanto chiara evidenza.

AGGIORNAMENTO DELLE 10,20: Alcuni informatici, i cui commenti potete leggere nello spazio in fondo alla pagina, contestano la ricostruzione del versante informatico della vicenda, che Live Sicilia si è limitata a riportare integralmente.

Sito mio non ti conosco. Un sito, quello ufficiale, affidato a una società genovese. Un altro, un po’ meno ufficiale ma dal nome molto simile, di proprietà di un agrigentino. Che è stato nell’ufficio di gabinetto dell’assessore Ester Bonafede fino a qualche settimana fa e che si è occupato a lungo di politica, tanto da essere stato assessore in quota Udc alla Provincia di Agrigento. L’universo “Piano giovani”, su internet, sembra essere fuori dal controllo della Regione: il sito ufficiale, www.pianogiovanisicilia.com, è infatti affiancato dal quasi omonimo www.pianogiovanisicilia.it, intestato a Giovanni Nocera e “prenotato” fino a febbraio dell’anno prossimo.
Il nome di Nocera salta fuori dalla Internet Assigned Numbers Authority, l’autorità mondiale che registra i nomi dei proprietari degli indirizzi web. Il politico agrigentino ha fatto nascere il sito, che oggi rimanda a quello ufficiale, a febbraio di quest’anno, quando il “Piano giovani” era ancora poco più di un’idea: “All’inizio – spiega – era un blog che raccoglieva le notizie su questo progetto. Poi, per evitare confusioni, ho creato un rimando”. Senza contratti o pagamenti dall’amministrazione, assicura l’interessato, e senza aver concordato con la Regione, per la quale all’epoca Nocera lavorava, il nome. Che però, di fatto, ricalca quello poi scelto dalla Ett: “Ma il Piano – garantisce l’ex componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessore Bonafede – era curato da un assessorato diverso rispetto a quello in cui lavoravo. Il nome? Già dal 2012 si parlava di questo fantomatico ‘Piano giovani’, anche se la denominazione ufficiale era diversa. Ho creato il sito per fare informazione, come sto facendo anche sui social”.
Già, perché il nome “Piano Giovani” viene usato da Nocera anche su Facebook. Sul social network, gli fanno compagnia Rosario Genchi e l’ex segretario provinciale dell’Udc Vito Rizzo. Che a creare la pagina “Piano Giovani”, oggi popolarissima, ci aveva pensato già nel dicembre 2013: “Quando fu fatta la prima delibera di giunta – afferma Rizzo – io creai la pagina, proprio per fare informazione. Ovviamente non mi aspettavo questo boom, e adesso gestire la pagina in tre è molto pesante. Comunque è scritto chiaramente che non si tratta di una pagina ufficiale”. L’annotazione, in effetti, è contenuta fra le “informazioni” della pagina, che però usa la bandiera della Regione come propria immagine. “Per evitare problemi – garantisce Rizzo – all’inizio ho comunicato tutto all’assessore Scilabra. L’assessore sa che esiste la pagina come sa di pianogiovanisicilia.it, e infatti ha chiesto a Giovanni di creare il rimando. Con Nelli ho un rapporto grazioso”. Un rapporto grazioso cementato probabilmente anche dalle appartenenze politiche: se infatti Nocera si dice “politicamente in fase di riflessione”, Rizzo non ha difficoltà ad ammettere le proprie preferenze: “Siamo vicini all’onorevole Ferrandelli”, spiega. Insomma: privati, ma con un occhio alla politica.


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