PALERMO – “Le stesse ragioni che mi hanno portato a chiedere il Comando presso l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia mi inducono oggi a fare un passo indietro”. Così l’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata annuncia di volere rinunciare all’incarico presso l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, in seguito alle polemiche suscitate dalla notizia del suo distacco. Una scelta contestata da numerose associazioni e da alcuni settori della magistratura, in relazione alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto lo stesso Cammarata, condannato a tre anni per abuso d’ufficio.
“La vicenda – dice l’ex sindaco – mi ha fortemente scosso e mi indigna il solo pensiero che ci sia qualcuno che possa ritenere che le ragioni che hanno accompagnato i commenti sul comando siano corrette e fondate. Né vi possono essere ragioni di opportunità che tengano. La sentenza pronunciata nei miei confronti, infatti, verrà sottoposta a breve ad appello sul quale confido per uscire da questo incubo. In quella sede sarà, sono certo, riconosciuta la piena correttezza dei miei comportamenti ed annullata l’ingiusta condanna patita in primo grado”. Cammarata dice di considerare “ignobile la violenza con cui sono stato attaccato, segno di una intolleranza inaudita”, ma spiega “di voler porre al riparo da ogni ulteriore polemica l’Agenzia e la sua attività”.
“Per questo – conclude – ho deciso di rinunciare al comando. Il rispetto e la considerazione per il ruolo che l’Agenzia è chiamata a svolgere, e che mi avevano convinto a questo impegno, senza incarichi direttivi di sorta o gratifiche economiche aggiuntive rispetto al mio stipendio di docente, mi inducono oggi a considerare necessaria una scelta diversa anche in segno di apprezzamento per il Prefetto Caruso con il quale ho sempre avuto, nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali, un rapporto di stima e rispetto reciproci”.