Aggressione a Piazza Lanza, aggredito un poliziotto penitenziario

Violenza a Piazza Lanza, aggredito un agente di Polizia penitenziaria

Il sindacato: "Difficile gestione dei detenuti psichiatrici"

CATANIA – Aggressione nel carcere di Catania di Piazza Lanza: secondo quanto riferito dal Sapp, Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, un agente di polizia penitenziaria sarebbe stato aggredito da un detenuto con problemi psichiatrici. L’appello del sindacato: “Le istituzioni mettano fine a questo scempio”.

L’aggressione a Piazza Lanza

La violenza in carcere è descritta in una nota del Sappe, in cui si legge che nella tarda mattinata di lunedì 4 marzo un giovane agente di Polizia penitenziaria, mentre svolgeva servizio presso il Reparto”Troina”, è stato aggredito da un detenuto di origine siracusana, tossicodipendente con problemi psichiatrici.

Secondo quanto riferito dal Sappe, il detenuto ha cercato di oltrepassare con la forza il cancello di sbarramento del reparto. Il poliziotto ha cercato di bloccare l’uomo ed è stato colpito con alcuni schiaffi al viso, riuscendo comunque a chiudere il cancello e a non far passare il detenuto. L’agente di Polizia penitenziaria, riferisce sempre il Sappe, è poi ricorso alle cure dei medici.

La solidarietà del Sappe

“Solidarietà e vicinanza” all’agente aggredito sono state manifestate da Francesco Pennisi, consigliere nazionale per la Sicilia del Sappe, che denuncia: “Purtroppo torna alla ribalta, nel carcere catanese, la difficile gestione dei detenuti psichiatrici che impunemente continuano a mettere a repentaglio l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria, ormai impotente di fronte ai quotidiani atti di violenza che negli istituti penitenziari della Repubblica ormai non si contano più. Il Sappe continua a lanciare disperati appelli affinché le istituzioni preposte intervengano per porre fine a questo scempio”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “la scellerata scelta di quel governo e di quella maggioranza politica che anni addietro chiusero gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, invece di risanarli e renderli più umani, senza creare una valida alternativa, ha determinato tutto questo nelle carceri. Poliziotti costretti a subire tanta violenza, per svolgere mansioni che non dovrebbero, come gestire soggetti con gravi patologie psichiatriche”.

“Sulla questione – prosegue Capece – è intervenuta la Corte costituzionale a gennaio del 2022, invitando il Parlamento a modificare la legge di chiusura degli Opg. Per questo torniamo a sollecitare l’attuale esecutivo e il Parlamento, ma anche il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ad affrontare al più presto la questione”.

Gli ospedali psichiatrici giudiziari

“Quello dei detenuti con disagio psichiatrico è un grave problema che stiamo denunciando da anni – dice ancora Capece – ci chiediamo se sia giusto che questi detenuti possano ancora condividere spazi comuni con gli altri reclusi, mettendo costantemente a rischio la sicurezza dei nostri colleghi, che sono ormai stremati da questa serie incessante di aggressioni”.

“Il grave episodio avvenuto ieri nel carcere di Piazza Lanza a Catania – conclude il leader del Sappe – deve far riflettere. L’assurda scelta di chiudere dall’oggi al domani gli ospedali psichiatrici giudiziari ha riversato nelle carceri un notevole carico di disagio mentale, dato che le strutture alternative sono scarse o inesistenti. Ma è necessario un impegno più deciso per affrontare il problema del disagio psichiatrico. È stata istituita una commissione presso il Ministero della Salute per studiare il fenomeno e rivisitare la legge sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. La carenza di personale sanitario nelle carceri è un problema critico. Manca il personale specializzato, il che ritarda la risposta alle esigenze di salute mentale dei detenuti. È dunqueimperativo incrementare l’organico di queste figure professionali specializzate per garantire una gestione adeguata di queste problematiche, senza mai dimenticare la necessità costante di rimpolpare gli organici di chi quotidianamente si occupa e si deve occupare di garantire ordine e sicurezza in carcere, ovvero quelli del Corpo di Polizia Penitenziaria”.


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