"Agrigento città razzista" |La protesta degli immigrati - Live Sicilia

“Agrigento città razzista” |La protesta degli immigrati

Un momento della protesta

Dopo un blitz contro i clandestini, una folla di extracomunitari si è radunata davanti alla Questura. Ma il questore difende l'operato dei suoi uomini: "Sono normali controlli".

La manifestazione
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AGRIGENTO – I fatti di questa settimana hanno portato alla ribalta ad Agrigento il tema del razzismo. Tutto è cominciato quando più di 60 uomini delle forze dell’ordine, su ordine del questore di Agrigento Giuseppe Bisogno, hanno perquisito numerose abitazioni del centro storico abitate da immigrati di origine africana per individuare immigrati clandestini, spaccio di sostanze stupefacenti, vendita di merce contraffatta e affitti in nero. La ricerca ha avuto buon esito ed ha individuato numerosi immigrati clandestini.
Ma gli extracomunitari hanno mal sopportato la retata all’alba e il pomeriggio si sono radunati in centinaia davanti al palazzo della Questura per protestare contro il blitz della polizia con numerosi cartelloni con su scritto “Agrigento città razzista”. Questi due eventi hanno diviso la Città dei Templi. A quietare gli animi ci ha pensato lo stesso questore Bisogno che ha dichiarato: “Non parliamo di razzismo, sono stati normali controlli, legittimi, a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica di tutta la comunità. Abbiamo intensificato i controlli nella zona balneare, attraverso dei servizi preventivi affinché i commercianti irregolari non occupino il lungomare”.
A spiegare la situazione sono intervenuti anche i sindacati della polizia (Siulp, Sap, Siap Spir, Silp Cgil, Ugl Polizia di Stato, Coisp e Uil Polizia): “Quanto accaduto non può trovare giustificazione prescindendo da chi lo ha commesso, dalla provenienza, razza e religione che la nostra costituzione riconosce e tutela in maniera uguale per tutti. Siamo consapevoli che l’ambito sul quale vogliamo argomentare non è semplice ed anzi, può prestarsi a facili strumentalizzazioni alle quali non vogliamo porgere il fianco. Per queste ragioni preferiamo parlare di un gruppo di persone che sono state oggetto di controlli di legalità a seguito dei quali sono emerse parecchie irregolarità amministrative ed alcuni illeciti penali connessi alla legge Bossi-Fini ed alla legge sulla illecita riproduzione di cd video-musicali e di capi di abbigliamento contraffatti. Questi cittadini extracomunitari, la stragrande maggioranza dei quali in regola con il permesso di soggiorno, hanno ritenuto essere destinatari di ingiustizie e di attenzioni xenofobe da parte degli organi di controllo, che invece hanno fatto il proprio lavoro con la massima professionalità, attenzione e rispetto per i luoghi, cose e per le persone”.

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