AGRIGENTO – Il fatto non sussiste. Il gup del tribunale Micaela Raimondo ha disposto l’assoluzione nei confronti del Comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, colonnello Vittorio Stingo, e di due ufficiali dell’Arma: il capitano Augusto Petrocchi, comandante della Compagnia di Licata, e il luogotenente Carmelo Caccetta, già comandante del Nucleo operativo della stessa Compagnia.
I tre ufficiali dei carabinieri erano accusati di rivelazione del segreto di ufficio e, soltanto il colonnello Stingo, anche di calunnia. La vicenda scaturisce dall’arresto del maresciallo Gianfranco Antonuccio, in servizio a Licata, finito in manette lo scorso luglio a margine di un’inchiesta della Dda di Palermo su un presunto giro di tangenti. Secondo l’accusa, i tre ufficiali dell’Arma sarebbero stati protagonisti di una fuga di notizie interna che avrebbe potuto rivelare l’indagine in corso su Antonuccio. Per questo motivo la procura di Agrigento aveva avanzato la richiesta di rinvio a giudizio integrando una nuova contestazione – il reato di calunnia – a carico del solo colonnello Stingo. Quest’ultima ipotesi si sarebbe configurata durante un interrogatorio del Comandante.
Il pubblico ministero, a margine della requisitoria, aveva chiesto un anno e sei mesi di reclusione per Stingo, otto mesi per Petrocchi e due mesi e venti giorni per Caccetta anche in considerazione della scelta del rito abbreviato. Oggi la parola fine. Il tribunale ha assolto i tre ufficiali, difesi dagli avvocati Salvatore Pennica, Santo Lucia e Daniela Posante, perché il fatto non sussiste.