Agrodolce: il conto è salato | La Rai dovrà pagare quattro milioni - Live Sicilia

Agrodolce: il conto è salato | La Rai dovrà pagare quattro milioni

Quattro milioni e mezzo di euro. Questa è la cifra che dovrà pagare la Rai a seguito della decisione di sospendere dal palinsesto di Rai 3 la soap opera siciliana Agrodolce prodotta dalla Einstein di Luca Josi.
L'ordinanza del giudice
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Quattro milioni e mezzo di euro. Questa è la cifra che dovrà pagare la Rai a seguito della decisione di sospendere dal palinsesto di Rai 3 la soap opera siciliana Agrodolce prodotta dalla Einstein di Luca Josi. L’ordinanza del giudice del tribunale civile di Roma obbliga Viale Mazzini a risarcire la casa produttrice “per tutte le fatture non saldate” in seguito alla chiusura del programma.

La sospensione della produzione di Agrodolce, che debuttò in tv l’8 settembre del 2008 (l’ultima puntata venne trasmessa il 24 luglio del 2009), ha bloccato in un colpo solo lo sviluppo del nuovo polo cinematografico e televisivo del Sud d’Italia che dava lavoro a più di 300 maestranze siciliane tra attori, comparse ed operatori. Queste le principali motivazioni che evidentemente hanno spinto il giudice a prendere le parti della casa di produzione. In occasione dello sviluppo di questo prodotto totalmente “Made in Sicily” vennero, inoltre, stanziati 25 milioni di euro di fondi Fas dalla Regione Sicilia, attualmente bloccati, senza nessun apparente motivo.

Così gli studios, costruiti per l’occasione, giacciono adesso nel totale disuso. “La serie, anche se trasmessa in una fascia oraria difficile perché in concomitanza con i principali tg nazionali, teneva bene, raggiungendo anche il 10% di share” questo è quanto affermano i legali della casa produttrice, Alberto Rossi e Antonio Tola, al Fatto Quotidiano, in difesa dell’assistito Luca Josi.

La repentina sospensione del programma, mise in grossisima crisi finanziaria la Einstein che si trovò a fronteggiare debiti ingenti causati da anticipi su fatture per il pagamento del personale preposto alla realizzazione della soap. Il tribunale civile di Roma però condanna senza appello la Rai, per la quale i contenziosi legati a questa questione non sembrano essere terminati. Lo stesso giudice aggiunge dell’altro all’ordinanza: è possibile, infatti, che mamma Rai sarà tenuta a rimborsare altri 12 milioni di euro di extracosti di produzione per le puntate girate ma mai andate in onda. Questo però lo dovrà stabilire un’altra Corte Civile.

Si scrive a suon di intercettazioni un ulteriore capitolo di questa storia: il magistrato Giuseppe Diodato ha deciso di iscrivere nel registo degli indagati alcuni ex dirigenti di Viale Mazzini per i quali si sono ipotizzati fra gli altri anche il reato di concussione. “Voi siete ospiti e faccio quello che voglio”, queste le parole di Giovanni Minoli, ex direttore di Rai 3 e di Rai educational. Poche battute intercettate insieme a molte altre conversazione che compongono l’allegato all’esposto presentato ai carabinieri dallo stesso Josi che fanno da base all’imputazione di Diodato. Agrodolce non era soltanto una soap, non era solo un prodotto televisivo. Dietro Agrodolce, in base alle testimonianze e alle intercettazioni, si celavano grossi interessi di importanti funzionari Rai.


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