AGRIGENTO – Pino Rigoli chiude in grande stile dopo la gara contro il Benevento che chiude una stagione con l’obiettivo salvezza raggiunto con un buon anticipo, nonostante la penalizzazione di cinque punti che aveva inficiato il cammino dell’Akragas. Il tecnico è comunque soddisfatto, al termine di una gara pareggiata con l’onore delle armi contro un Benevento che ha comandato il campionato fin dalle prime giornate, manifestando anche all’Esseneto di voler chiudere in bellezza la propria avventura in Lega Pro.
“Non dobbiamo avere nessun tipo di recriminazione – aveva spiegato Rigoli in sala stampa al termine del match contro la ‘strega’ – , abbiamo i punti che ci siamo meritati. Quando sono arrivato la squadra era in una situazione drammatica, poi grazie al lavoro di tutti siamo riusciti a salvarci. Di tutto questo voglio ringraziare la società che mi ha dato questa opportunità. Voglio ringraziare anche la città e i tifosi per l’affetto che mi hanno dimostrato”.
Parole importanti, come quelle che Rigoli ha speso anche per l’ultima avversaria di un campionato vissuto spesso in apnea dall’Akragas. Il Benevento, vincitore del campionato e promosso in B, si prende così l’augurio dal tecnico originario di Raccuja, il quale confida nella voglia di emergere anche in cadetteria della piazza campana: “I campani hanno meritato di vincere il campionato, ha un organico di tutto rispetto”.
Per Rigoli, ora si tratterà di pensare anche al futuro. Non si sa ancora se il successore di Nicola Legrottaglie resterà ad Agrigento, un po’ come accadde nella stagione che portò l’Akragas ad un campionato di alta qualità in serie D, nell’anno prima della storica promozione in Lega Pro, ma Pino non si scompone e fa capire che “non è una situazione economica, perchè ci sono altri fattori da valutare”. Intanto, da questa settimana si potrà iniziare a pensare a programmare e quindi anche al futuro di Rigoli, mentre la giornata di giovedì si parlerà ancora di illuminazione al Consiglio comunale di Agrigento, situazione cruciale per il futuro dell’Akragas.
