In un nostro articolo sul Pd siciliano di qualche anno fa ci chiedevamo – e lo chiedevamo ai dirigenti Dem – come si possa riuscire a dialogare con i cittadini quando le diverse anime del partito non riescono nemmeno a parlarsi tra loro.
Le definiamo anime per usare un eufemismo, perché quando si va al muro contro muro infinito già siamo fuori dalla legittima e arricchente coesistenza di sensibilità differenti per precipitare in un’arena, che di idealistico ha ben poco, in cui ci si scontra tra correnti e fazioni senza esclusione di colpi.
Non funziona. Lo diciamo da osservatori, nell’interesse della democrazia e di un sano quanto necessario dibattito tra schieramenti opposti. L’immagine di un partito perennemente litigioso che raggiunge gli elettori potenziali è disastrosa, con il rischio di scivolare inesorabilmente verso l’irrilevanza totale.
Benvenuti nel Pd siciliano, insomma, un ‘Colosseo’ in salsa sicula dove le fazioni interne si azzuffano per la gestione esclusiva del potere. Un errore tragico. Anche nei grandi partiti della “Prima Repubblica” – dalla Dc al Pci – correnti, imboscate e antipatie non mancavano, ma alla fine si trovava la quadra disinnescando i conflitti e accontentando tutti.
Non ripercorreremo le tappe della guerra politica iniziata, anzi, continuata per eleggere il segretario regionale: i lettori che seguono le vicende politiche siciliane le ricorderanno perfettamente. Vogliamo solo lanciare un appello. Basta! Dirigenti e deputati all’Ars, per favore, sedetevi attorno a un tavolo e non alzatevi fino a quando non sarete pronti a stringervi la mano e a guardare finalmente fuori.
C’è un mondo pieno di problemi che proprio voi dovreste contribuire a risolvere, altro che sciabolare dalla mattina alla sera.
In un’Isola con un astensionismo record, crisi economiche, infrastrutture fatiscenti, emergenze sanitarie e un centrodestra sostanzialmente compatto, nonostante scaramucce e bisticci causati da disaccordi su nomine e incarichi, voi piddini locali sembrate un circo senza rete: spintoni, accuse di brogli, ricorsi forse inutili, boicottaggio delle assemblee, dimissioni in serie.
Così non vincerete mai. Al contrario, regalerete la Sicilia ai vostri avversari per l’ennesima volta. Un famoso slogan pubblicitario recitava: “Ti piace vincere facile?” Qui invece sembra che vi piaccia perdere facile.

