Catania – Al via il progetto 11eleven – l’undicesimo comandamento dei nostri tempi: non sprecare! Né cibo, né risorse, né talenti. La nuova proposta culinaria del ristorante caffetteria di Scenario Pubblico, che questa’anno ha definito la rassegna di danza incentrata sul tema dell’esilio.
L’arrivo degli stranieri è un problema, certamente, ma può rappresentare una risorsa preziosa ed un’opportunità di scambio e crescita. L’idea dei fondatori di 11eleven, quindi, è stata quella di leggere in chiave positiva una situazione complicata.
Metti una sera un’ex funzionaria internazionale, specialista in immigrazione, due appassionati di cultura culinaria e attivi nel volontariato sociale a Catania e una location riferimento nel cuore barocco. Elemento comune? Essere siciliani ed innamorati della propria terra.
Barbara Sidoti, Giovanni Assenza e Ezio Canfarelli, grazie alla felice intuizione di Daniele Zappalà – patron di Scenario Pubblico – oggi sono i tre protagonisti di 11eleven, un progetto di imprenditoria sociale che vuole scommettere sul talento e la voglia di riscatto di tanti giovani italiani e stranieri.
Si tratta di un’iniziativa che, nell’immediato, si è tradotta in un ristorante caffetteria, luogo di incontro/scontro di sapori mediterranei secondo una ricetta originale e creativa, ma che, ben presto, mira a raggiungere obiettivi a più ampio respiro.
Un esempio virtuoso, in sostanza, che vuole dare risposte, vere e puntuali a problemi concreti.
Barbara Sidoti, da donna con la valigia sempre pronta e con il coraggio di affrontare con coraggio continue sfide, a …?
“… A donna che ha deciso, dopo oltre 15 anni di tornare a casa per fare qualcosa di concreto e in aiuto dei più deboli. Dall’Africa al Medio Oriente, affrontando tematiche complesse, quali la lotta alla tratta di essere umani e al traffico di migranti, nel tentativo di aiutare le vittime di un crimine. Oggi una nuova avventura, quella di dare una mano d’aiuto a chi , per fortuna, non ha ancora subito un’ingiustizia”.
E’ la chiusura di un cerchio, insomma, che le regala una energia tutta nuova”. Da Messina vai via 15 anni fa; al tuo rientro cosa pensi sia cambiato?
“Io sono tornata con una scommessa da vincere: fare qualcosa di buono con quella parte di società che come me ne ha voglia. E’ tempo di realizzare”.
I destinatari del progetto che condividi con Giovanni ed Ezio cosa manifestano?
“I giovani che partecipano sono entusiasti. Giunti in Sicilia, vivono per lunghi periodi in comunità e impiegano troppo tempo per presentare domanda come richiedenti asilo o un permesso, a seconda della storia personale; allora, nel frattempo, vogliamo intervenire noi”.
Qual è l’obiettivo di 11eleven?
“Insegnare un mestiere, dare una possibilità, far capire cos’è la società italiana, quali sono le regole da rispettare e come poter avere una vita “che funziona”.
Cos’è per te cucina?
“Cucina è cultura, è la metafora dell’incontro culturale. Pensa a quattro mani che preparano piatti nuovi, frutto di scelta condivisa, discussa e voluta. Il sapore della pietanza cambia a seconda del mix degli ingredienti”.
E ’l’immagine di un piatto gustoso e appetitoso, fatto di multistrati, un po’ com’è la nostra cultura, nella quale si sono annidati e poi consolidati gli usi e i costumi siciliani.
L’approccio culinario dei giovani immigrati, diverso dal nostro, rappresenta il punto di partenza per una rielaborazione armoniosa degli influssi culturali che qui si fondono. Ed è allora che viene proposta una formazione (nel rispetto della normativa italiana) e, se lo vorranno, si trasformerà in un lavoro.
Integrazione, inclusione sociale e imprenditoria sono i tratti distintivi di 11eleven ed esprimono le 3 diverse anime dei fondatori, all’origine “l’un contro l’altro” per l’assegnazione della gestione del ristorante caffetteria di Scenario Pubblico, lo spazio culturale sede del centro coreografico Compagnia Zappalà. Oggi, Barbara, Giovanni ed Ezio si tengono la mano per portare a compimento un progetto che guarda al non spreco, mira ad aiutare le persone meno fortunate e, aspetto molto importante, regala loro un’emozione positiva e contagiosa.