Udc e Articolo 4: |"Crocetta governi con noi" - Live Sicilia

Udc e Articolo 4: |”Crocetta governi con noi”

Nessuno tra i rappresentanti dei partiti di maggioranza presenti oggi al vertice di coalizione è giunto alle estreme conseguenze annunciate dal segretario Pd ma il giudizio sul governo anche da parte di Pistorio e Leanza non è positivo. E si fa strada un "commissariamento soft".

l'incontro Raciti-maggioranza
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PALERMO – Raciti non è poi così solo. Per carità, nessuno tra i rappresentanti dei partiti di maggioranza presenti oggi al vertice di coalizione è giunto alle estreme conseguenze annunciate dal segretario Pd nell’intervista a Live Sicilia lunedì scorso, ma di certo, il giudizio sul governo Crocetta, anche da parte di Udc e Articolo 4 non è affato positivo. Anzi. Così, si va verso una sorta di azione “collettiva” che spinga l’esecutivo a dialogare con le forze politiche e a non agire “in solitaria”. Un commissariamento “soft” che però potrebbe non essere digerito dal governatore. Mentre il Megafono e Pdr hanno deciso di disertare l’incontro. Un incontro che nelle prime ore del pomeriggio rischiava di tramutarsi in un flop, che avrebbe inevitabilmente isolato la posizione del segretario. Invece, non solo la presenza autorevole di Udc (con Pistorio, Turano e Micciché) e di Articolo 4 (con Leanza e Sammartino) oltre che dei due renziani del Pd Gucciardi e Zambuto, ma anche la posizione finale delle forze politiche ha delinato uno scenario non certo da “strappo imminente” ma di certo in mutamento.

Di certo c’è che stasera sia il segretario regionale dell’Udc Giovanni Pistorio che il leader siciliano di Articolo 4 Lino Leanza hanno giudicato l’incontro “serio e importante”. “Interessante”, la definizione del segretario Raciti che ha, sostanzialmente, ufficializzato ai leader della coalizione la posizione espressa nell’intervista di lunedì. “Ho ribadito quelle idee – ha detto – e ho chiesto ai partiti una loro opinione sull’operato del governo. La mia posizione non cambia e la loro mi è sembrata molto interessante”. E nessun “appunto” alla posizione di Raciti sarebbe giunto dai due renziani presenti: il capogruppo Baldo Gucciardi e Marco Zambuto. Il Pd, quindi, stando a quanto emerso dal vertice, rivestirebbe adesso una posizione “autonoma”. Né con Crocetta, né all’opposizione. Ma il gruppo parlamentare si limiterà a decidere la propria posizione atto per atto.

Ma qualcosa, anche secondo le altre forze politiche, deve cambiare.”La presa di posizione di Raciti – ha commentato Giovanni Pistorio – è un atto politico importante. Ci è stato chiesto un giudizio sul governo Crocetta e non possiamo non affermare che, pur considerando le tante difficoltà, questo governo avrebbe dovuto fare molto di più. Serve un governo forte e più incisivo. Abbiamo davanti ancora tre anni e c’è tempo per dare risposte. Ma bisogna partire da un punto – aggiunge il segretario dell’Udc – Crocetta deve abbandonare la sindrome dell’uomo solo al comando. Gode troppo della sua solitudine e delle tante contrapposizioni. Le forze politiche sono pronte a sobbarcarsi la responsabilità del governo. E siamo pronti anche ad operare attraverso un’iniziativa politica da concordare inizialmente con i nostri gruppi, e poi collegialmente”.

Cosa sia questa “iniziativa politica”, al momento, non è dato sapere. L’idea che trapela è quella di una sorta di agenda periodica da sottoporre al governatore con le priorità da affrontare e anche i mezzi per farlo. Una “surroga” al suo governo. Quel quid politico in più richiesto da tanti. Ma potrebbe, ovviamente, non bastare. “Vedremo – dichiara Leanza – prima incontreremo i nostri organismi di partito, poi ci incontreremo nuovamente. L’idea, di sicuro, è quella di riuscire ad agire più collegialmente. Le liti fanno solo male. Ai siciliani, innanzitutto. Ma adesso ciascuno faccia la sua parte. I partiti, certo. Ma anche il presidente”.

 

IL VERTICE

C’è il segretario regionale, che il vertice lo ha richiesto e c’è anche il capogruppo che nei giorni scorsi aveva precisato che “La linea politica del partito la dettano gli organismi”. C’è Fausto Raciti, insomma. E c’è anche Baldo Gucciardi. Due anime di un Pd sempre più lacerato a causa dei “taglienti” col governatore. E’ appena iniziato l’annunciato vertice della coalizione di governo. Voluta dal leader siciliano del Pd proprio per comunicare agli alleati la scelta del partito di togliere il sostegno al presidente della Regione Crocetta.

Ma anche la coalizione è tutto fuorché un monolite. A raccogliere l’invito, ecco l’Udc di Gianpiero D’Alia e Articolo 4 di Lino Leanza. “L’Udc – ha detto il segretario regionale del partito Giovanni Pistorio – partecipa al vertice di maggioranza per un atto di correttezza formale e sostanziale nei confronti del segretario regionale del Partito democratico Fausto Raciti, ma soprattutto per capire meglio ciò che sta accadendo”. Anche Leanza si è recato, come detto, nella sede del Pd. Assenti, invece i Democratici riformisti di Cardinale e i rappresentanti del Megafono. Ma oggi, un esponente del movimento fondato dal governatore, Antonio Malafarina, ha aperto al dialogo, “nell’interesse dei siciliani”: “La Sicilia – ha detto Malafarina – deve uscire dalla situazione di stallo politico determinato da contrapposizioni di sapore personale. È necessario fissare obiettivi per le riforme come sta avvenendo sul piano nazionale. Si propone – ha aggiunto il parlamentare – un patto per le riforme aperto al contributo di tutte le forze politiche per modernizzare la Sicilia e impiegare in modo produttivo le ormai scarse risorse”. Quindi il deputato ha anche fissato alcuni dei “punti programmatici” su cui lavorare: “La semplificazione della burocrazia e la sua responsabilità nel perseguire obiettivi di governo e politici, il trattamento dei rifiuti e il ciclo delle acque, gli incentivi per l’occupazione e un piano per lo sviluppo della Sicilia che consenta di avviare tutte quelle opere pubbliche della Regione e di altri enti ferme per adempimenti burocratici. Su questi ed altri temi – ha concluso Malafarina – si può e si deve trovare un punto d’incontro a sostegno e sprone dell’azione del governo . Da primi contatti emergono volontà positive , anche dentro lo stesso Pd che sembra ormai stanco di scontri improduttivi”.

Come detto, poi, a declinare l’invito di Raciti sono anche i Democratici per le riforme di Totò Cardinale. “Come movimento politico del Pdr – hanno dichiarato il capogruppo Giuseppe Picciolo e portavoce Michele Cimino – da tempo ed in più occasioni abbiamo evidenziato la necessità di istituire un tavolo permanente di maggioranza per affrontare le emergenze sociali ed economiche della Sicilia, con una ritrovata coesione della coalizione politica che ha deciso di sostenere l’esperienza del governo Crocetta. Il cortese invito del segretario regionale del Pd Fausto Raciti, pur essendo condivisibile nella sua essenza politica è divenuto oggi un invito inusuale e irricevibile nella forma pubblica che ha assunto. Apparirebbe, infatti, frutto di una scelta politica preordinata che mira a dividere la maggioranza anziché unirla attorno ai temi caldi della politica siciliana”.

Anche perché, spiegano i riformisti, sarebbe opportuno che, prima di coinvolgere la coalizione, il Pd trovi un’unità al proprio interno: “Non vogliamo interferire od inserirci nel dibattito politico tutto interno al Partito Democratico, – aggiungono Picciolo e Cimino – del quale non abbiamo reale contezza e che, in questi termini, non ci appassiona per nulla! Auspichiamo pertanto che le future riunioni di maggioranza si svolgano dopo opportuni e definitivi chiarimenti interni al gruppo dirigente regionale dei nostri amici ed alleati del Pd, di cui abbiamo sempre ammirato correttezza formale e sostanziale, al solo scopo di non essere chiamati in futuro a dover “soltanto” ratificare decisioni politiche già assunte e pubblicizzate. Siamo certi, se si ritroveranno le ragioni dello stare insieme, di poter contribuire a prendere, coerentemente, coscienza e conoscenza dei fatti e delle regole del comune sentire – concludono – e di un rigore politico di cui abbiamo grande nostalgia”.


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