ROMA- Aspettavano solo Angelino. E dopo le tre ore di vertice con Silvio Berlusconi hanno avuto il via libera. Le colombe del Pdl hanno lanciato la sfida. Fiducia a Letta e avanti tutta col governo. Alfano non usa mezzi termini: “Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti”. E rientrano le dimissioni dei ministri Pdl. La scissione adesso è dietro l’angolo. A meno che i falchi del partito non accettino la sconfitta e lo stesso Berlusconi scenda a più miti consigli. Se così non sarà, il clamoroso divorzio tra Angelino Alfano e Silvio potrebbe essere questione di ore. E come rivela Carlo Giovanardi ci sarebbero una quarantina di parlamentari pronti a sganciarsi per dar vita a un soggetto politico moderato che sostenga il governo. Non una “scilipotata”, insomma. Non un pungo di transfughi. Ma un autentico terremoto politico che muta l’apparentemente immutabile quadro della destra italiana. E in cui prende corpo un fatto politico inconcepibile fino a qualche tmepo fa: la ribellione di un gruppo dirigente al diktat di Berlusconi.
Un quadro che solletica le fantasie di quanto da anni covano una mai sopita voglia di nuova Dc. A Livesicilia, Giuseppe Castiglione, colomba alfaniana doc, ha spiegato: “L’idea di costruire questa grande area di moderati resta al centro. È questo l’obiettivo principale”. Con o senza Forza Italia. Senz’altro senza, se il partito finirà “in mano agli estremisti”. I falchi non mollano. I quotidiani on line nazionali parlano della possibilità della discesa in campo di Marina Berlusconi. La scissione del Pdl, insomma, è possibile. Dalle parti dell’udc e dei cattolici di Scelta civica si guarda con grande interesse a questo scenario. “Serve il Ppe in Italia non tanto per salvare il governo, ma per salvare il Paese da cortocircuito politico”, dice un altro siciliano possibile protagonista di questa Dc 2.0, il ministro Gianpiero D’Alia. In 24 ore, insomma, ci si gioca molto più che la vita o la morte del governo Letta, ma piuttosto la stessa conformazione del quadro politico nazionale dei prossimi anni.
LA DIRETTA
20.42. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, riferiscono fonti di palazzo Chigi, ha respinto le dimissioni dei ministri del Pdl.
18.30. “Si è configurato con il presidente del Consiglio il percorso più limpido e lineare sulla base di dichiarazioni politico – programmatiche che consentano una chiarificazione piena delle rispettive posizioni politiche e possano avere per sbocco un impegno non precario di sviluppo dell’azione di governo dalle prime scadenze più vicine agli obiettivi da perseguire nel 2014”. E’ quanto si apprende dal Quirinale sugli esiti dell’incontro di oggi Napolitano-Letta.
18.19. Lo spread tra Btp e Bund chiude in netto calo a quota 260 punti base dai 280 dell’apertura di seduta e contri i 265 della chiusura di ieri. Il rendimento del Btp a 10 anni è al 4,40% e quello dei Bonos spagnoli al 4,15% portando il divario tra i due titoli a 25 punti base.
18.05. Il ministro Franceschini citato da ‘Repubblica’: “Nessuna trattativa. Il governo porrà comunque la questione di fiducia in modo che ogni scelta avvenga in Parlamento. Soprattutto sul principio di netta e totale separazione tra governo e vicende di Silvio Berlusconi”.
17.57. Ecco l’Ansa sulla lettera di Berlusconi. “Letta e Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità. Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica?”. Così Silvio Berlusconi a ‘Tempi’.
17.38. Berlusconi: “Napolitano e Letta inaffidabili”. E’ un flash del ‘Corriere’ che poi in un articolo racconta il contenuto di una lettera dell’ex premier a ‘Tempi’.
17.14. “A questo punto, pur essendo convinto che la cosa migliore sia sfiduciare questo governo, voterò la fiducia solo se me lo chiedesse il presidente Silvio Berlusconi. Nessun altro”: così Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, ribatte in una nota a Angelino Alfano.