Finiani, un gruppo all'Ars| ma "mai con il Pd" - Live Sicilia

Finiani, un gruppo all’Ars| ma “mai con il Pd”

Il puzzle del Lombardo-quater
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Si parcellizza ulteriormente la composizione del parlamento siciliano. I deputati dell’Ars fedeli al presidente della Camera hanno annunciato che, con ogni probabilità, creeranno un gruppo a palazzo dei Normanni di Futuro e libertà per l’Italia, così come accaduto a Roma negli scranni di Montecitorio e palazzo Madama, conseguenza diretta della creazione del nuovo partito. Il gruppo sarebbe formato da 5 deputati regionali che uscirebbero dal Pdl Sicilia seppur “rimarremo alleati di Micciché” dice il deputato nazionale Carmelo Briguglio che puntualizza, però, come “ancora non abbiamo avuto alcuna indicazione sulla costituzione di un partito staccato dal Pdl”. Si tratterebbe di Alessandro Aricò, Pippo Currenti, Carmelo Incardona, Livio Marrocco e Toni Scilla.

E da Roma, dalla voce di Gianfranco Fini, arriva anche un’importante monito: “impossibile e inopportuno in questo momento sostenere un governo regionale insieme al Partito democratico”. Per cui il nuovo gruppo, che continua a professare fedeltà al governatore Lombardo, sosterrebbe eventualmente anche una giunta tecnica anche se a malincuore visto che perderebbe i suoi due rappresentanti a palazzo D’Orleans: Luigi Gentile e Nino Strano.

“Il nostro sostegno al governatore e l’alleanza strategica con l’Mpa all’interno di una coalizione di centrodestra sono certi – ribadisce Briguglio – per noi occorre andare avanti con questa compagine che ci vede alleati anche con Micciché. Se Lombardo vuole puntare su un esecutivo tutto tecnico continueremo a sostenerlo ma diciamo no al altre alleanze che andrebbero oltre il centrodestra”.

“Uno scenario realistico” per Pippo Scalia, coordinatore regionale di Generazione Italia ed ex leader regionale di An, “noi non vorremmo uscire dal Pdl Sicilia – aggiunge – lo consideriamo una nostra creatura. Ma se nasce un nuovo partito, nascerà pure un gruppo all’Ars”.

Una grana in più per Raffaele Lombardo – alle prese con la composizione della quarta giunta da lui guidata da quando è stato eletto presidente della Regione nel 2008 – che avrebbe voluto fare della Sicilia il laboratorio politico nazionale, anticipando una eventuale “futuribile” coalizione con Fli, Mpa, Pd e Udc.

E proprio dal partito centrista è partita l’ultima bordata contro il governatore siciliano. “Nessuna intesa con un governatore che annuncia l’abolizione delle Province e non pensa alle vere emergenze della Sicilia” ha detto Rudy Maira, capogruppo dell’Udc all’Ars. Per Lombardo un puzzle ancora da comporre e che lo porterà probabilmente a un mini-rimpasto di giunta con l’ingresso di qualche tecnico.


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