All'Ente sviluppo agricolo | il commissario più 'straordinario' - Live Sicilia

All’Ente sviluppo agricolo | il commissario più ‘straordinario’

Il governatore Crocetta ha rinnovato per nove volte l'incarico di Francesco Calanna, un fedelissimo, militante nel Megafono. Nel frattempo però non sono stati nominati i revisori dei conti. Così stop ai bilanci e anche alle retribuzioni dei lavoratori. Che domani manifesteranno di fronte l'assessorato all'Agricoltura.

PALERMO – Hanno protestato oggi. E lo rifaranno domani. I dipendenti dell’Ente di sviluppo agricolo siciliano si aggiungono alla lunga lista di lavoratori lasciati “a secco” dal governo regionale. Questa mattina una delegazione della sede palermitana ha manifestato di fronte la sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura, in viale Regione siciliana. Domattina arriveranno tutti gli altri, da ogni angolo della Sicilia: “Non vediamo stipendi da tre mesi. E ci hanno fatto capire che la soluzione non è per niente vicina”.

L’ente, oggi, è uno dei tanti commissariati dal presidente Crocetta. E a guardare bene, in Sicilia non esiste un commissario straordinario più straordinario di quello che guida l’Esa. Francesco Calanna, poche settimane fa ha ricevuto la nona proroga, in due anni e mezzo, del suo incarico alla guida dell’Ente sviluppo agricolo. Tra quattro giorni scadrà il suo nuovo mandato. E potrebbe arrivare la decima proroga. È lui il Commissario straordinario scelto dal presidente della Regione Crocetta tre anni fa “nelle more della ricostituzione degli organi dell’ente”. Che non sono mai stati ricostituiti, ovviamente. E così, mentre fioccavano le proroghe per Calanna, il governo dimenticava di nominare, invece, il Collegio dei revisori dei conti. Nonostante l’assessorato all’Economia guidato da Alessandro Baccei avesse da mesi inviato i nominativi alla giunta di governo. E anche per questo motivo si sono chiusi i rubinetti che portavano gli stipendi ai lavoratori. A secco da agosto ormai.

E i dipendenti dell’Esa, circa 300, hanno iniziato a protestare già da mesi: assemblee, occupazioni, sit-in. Fino alla protesta di oggi. Il dirigente generale Fulvio Bonanno ha potuto promettere ai lavoratori solo tutti gli sforzi possibili per chiedere lo sblocco del patto di stabilità, necessario per liberare i 3,3 milioni per gli stipendi. Ma questa “violazione” del patto è possibile solo tramite una delibera di giunta. La strada, insomma, è tortuosa. Nel frattempo, pare che l’ente abbia provato a mettere una pezza sull’assenza dei revisori dei conti attraverso la nomina di un collegio “straordinario”, come il suo commissario.

Francesco Calanna, del resto, è uno di quelli che possono essere certamente annoverati tra i fedelissimi di Rosario Crocetta. Visto che il burocrate vanta anche una militanza proprio nel movimento fondato dal governatore, il Megafono. Proprio stamattina, dalla sua pagina Facebook il commissario si è adoperato per diffondere la notizia riguardante un prossimo evento del Movimento del presidente, previsto per il 7 novembre alle Ciminiere di Catania: “Il Megafono , orgoglio siciliano si organizza” recita lo spot.

Calanna nel frattempo è arrivato a nove incarichi all’Esa, tra proroghe e conferme. Per un commissario che, in quanto “straordinario” dovrebbe limitarsi, norme alla mano, a un lavoro circoscritto nel tempo e negli obiettivi. E invece, quello di Calanna va avanti ormai, straordinariamente, da due anni e mezzo.

Un periodo nel quale, però, come detto, non si è riusciti a trovare il tempo per nominare un collegio di revisori dei conti. Un organo di controllo interno obbligatorio, che manca all’ente addirittura dal 2010. Eppure, magicamente, fino a pochi giorni fa, i bilanci dell’Esa sono stati serenamente approvati dalla Regione e hanno sbloccato i finanziamenti. In pratica, un ente come l’Esa ha l’obbligo di presentare un bilancio di previsione e un consuntivo. Il primo sblocca la prima ‘semestralità’ dei finanziamenti. Il secondo consente di erogare l’altra metà del contributo. È proprio questa seconda metà che al momento, un po’ a sorpresa, non viene corrisposta all’ente e quindi ai lavoratori. Improvvisamente, infatti, l’amministrazione si è accorta che quei bilanci non hanno alcun “visto” di un organo deputato a quel lavoro. In passato, a quanto pare, questa esigenza non era stata avvertita in maniera così forte. E i consuntivi presentati direttamente dagli uffici dell’ente erano stati presi per buoni. Ma dopo cinque anni, si è fermato tutto. E il ritardo è già ricaduto sulle spalle degli incolpevoli lavoratori che già da agosto non vedono un euro. Una situazione che rischia di perdurare.

Una situazione che, a dire il vero, mostra i fili scoperti di un governo dove spesso ognuno va per conto proprio. Dall’assessorato all’Economia, infatti, fanno sapere che già a giugno gli uffici hanno inviato al presidente della Regione, così come prescrive la legge, il proprio nome per i vari collegi dei revisori di tanti enti siciliani. A quel nome vanno aggiunti gli altri, proposti dal governo. Una rosa che poi dovrebbe passare dalla giunta e portare alla costituzione dell’organo di controllo. E invece, nulla. La soluzione più vicina sembra, adesso, quella prevista da una norma nazionale che consente, in questi casi, di nominare una sorta di collegio dei revisori composto da dipendenti “interni” dell’Esa.

Intanto, però, un bilancio non c’è. “Qui in commissione bilancio – ha confermato il presidente Vincenzo Vinciullo – non è giunta alcuna documentazione. Come si può pensare di erogare i finanziamenti?”. Finanziamenti che ammontano a oltre tredici milioni di euro. Tre in meno rispetto all’anno scorso.

Niente revisori. E niente bilancio, quindi. In compenso però, l’Esa è impegnata su diversi fronti. Da un lato, dovrebbe essere uno dei soggetti oggetto di una fusione con l’Istituto per l’incremento ippico e l’Istituto zootecnico di Palermo. Una follia, secondo tanti, viste le difficoltà economiche dell’Esa, un ente del quale, ad esempio, l’opposizione ha più volte chiesto la liquidazione, col passaggio dei lavoratori all’assessorato alle Risorse agricole. Lavoratori che al momento, per magia, vedono i propri stipendi garantiti da fondi destinati agli investimenti.

Ma adesso l’Esa “investirà” in una novità assoluta. La Regione, infatti, ha messo a disposizione dell’Eni (o meglio, della sua controllata ‘Versalis’) circa 5 mila ettari di terreno da individuare tra quelli del patrimonio fondiario dell’ente per la produzione della Guayule, una pianta dalla quale si estrae un lattice molto versatile e richiesto dal mercato. Oggi, mentre i lavoratori chiedevano notizie sui loro stipendi, il commissario incontrava i responsabili di Eni e Versalis, un incontro “finalizzato a dare seguito al protocollo sottoscritto con la Regione Siciliana per la riconversione del petrolchimico di Gela in centrale di terza generazione. Il punto affrontato – fa sapere Calanna – è stato la coltivazione del guayule in Sicilia attraverso un protocollo agronomico di coltivazione da sperimentare nelle aziende Esa. La sperimentazione partirà a primavera prossima con ricadute positive per l’occupazione e per i redditi delle aziende agricole”. Nel frattempo i lavoratori attendono lo stipendio. E il commissario è in attesa della decima proroga.

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