PALERMO – L’Irsap non ha pace. E somiglia sempre più all’occhio di un ciclone politico-affaristico che coinvolge pezzi di governo, esponenti della maggioranza, burocrati e, sullo sfondo, ma neanche tanto, la Confindustria siciliana. Il motivo scatenante la polemica, stavolta, è la decisione del commissario dell’Irsap Alfonso Cicero di “aprire” una sede operativa dell’Istituto che ha sostituito le Asi siciliane, nella sua città: Caltanissetta. Una decisione che ha immediatamente scatenato uno dei “nemici giurati” di Cicero, il deputato regionale del Pd Mario Alloro. Un parlamentare molto vicino a Mirello Crisafulli. A sua volta da tempo in “guerra” con Beppe Lumia e molto critico anche nei confronti delle scelte politiche del presidente Crocetta.
Ad accendere le polveri, quindi, stavolta è un finanziamento da mezzo milione concesso all’Irsap dall’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri. Assessore che fa capo appunto alla Confindustria nissena, la Vancheri è stata nella scorsa legislatura uno dei più costanti consulenti dell’allora assessore Marco Venturi. Il presidente dell’Irsap, Cicero, in quel periodo era il segretario particolare dello stesso Venturi. E fu anche la decisione di Lombardo di “stoppare” la nomina di Cicero ai vertici dell’Irsap a convincere Venturi a lasciare polemicamente la giunta regionale, a pochi mesi dalla fine della legislatura.
Il finanziamento su cui Alloro ha puntato l’indice, è quello di mezzo milione di euro tondi tondi, che servirà per l’avvio del progetto “Sor”. Un progetto che, per la maggior parte di quel finanziamento, consisterà nella ristrutturazione di uno stabile di Caltanissetta dove l’Irsap stabilirà la propria sede operativa regionale (da cui l’acronimo Sor, appunto). Ma non solo. Il progetto, servirà anche per fornire servizi alle imprese e sportelli informativi. Nel “piano spese” che Cicero ha inviato all’assessore Vancheri e al quale la Regione ha dato il proprio ok spuntano però altre cifre. Il mezzo milione, infatti, servirà anche, tra le altre cose, per l’acquisto di 6 pc “Apple air” con tanto di software originali (spesa di diecimila euro), servizi di “promozione territorio e marketing” (9 mila euro), formazione del personale (48 mila euro per 6 addetti alla formazione). Ma ecco saltare fuori anche diecimila euro per “spese viaggio missione per partecipazione a corsi fuori Sicilia”, 26 mila euro per “spese di partecipazione a tre fiere estere settoriali”, e 20 mila euro per “attività di incoming operatori esteri per attrazione investimenti”.
Ma anche per “rimettere a posto” la sede di Caltanissetta, non si baderà a spese: 20 mila euro servirà per rifare i bagni, 65 mila euro per l’impianto di climatizzazione e 100 mila euro per “arredi, mobili e suppellettili”. Spese che non sono andate giù, come detto, al deputato Pd Mario Alloro: “A che serve un ufficio a Caltanissetta? – ha tuonato – Io ho anche sollevato la questione in commissione, presentando una risoluzione. Ma l’assessore Vancheri non ha voluto risposto. Come si fa a pensare a una spesa di questo genere – prosegue Alloro – in un periodo come questo nel quale si cerca di ridurre le uscite un po’ dovunque? Senza contare che la legge che ha istituito l’Irsap stabilisce che la sede legale debba essere a Palermo. E per bypassare questa norma, hanno avuto la ‘trovata’ della sede operativa”.
“Io credo – replica il commissario Cicero – che la sede operativa dell’Istituto debba essere localizzata in una zona della Sicilia che sia vicina a più province. E il finanziamento è consentito dalla legge. Quelle di Alloro sono accuse che non lascerò passare. Lunedì sporgerò querela nei suoi confronti”.
Nel decreto di finanziamento dell’assessore Vancheri, infatti, si fa riferimento alla travagliatissima legge istitutiva dell’Irsap, la numero 8 del 2012. In particolare, a un comma dell’articolo 4: “L’Assessorato regionale delle attività produttive – si legge – è autorizzato a concedere un contributo all’Irsap per la realizzazione delle finalità di cui all’articolo 2 (l’avvio di nuove iniziative produttive e il potenziamento di quelle già esistenti, ndr) fermi restando i limiti degli stanziamenti del bilancio regionale, nei limiti dei costi sostenuti o da sostenere”. Ma quella sede operativa non avrebbe nulla a che vedere, secondo Alloro, con quelle finalità. E non solo: “In quegli uffici – la denuncia del deputato – andranno a lavorare 50 persone alle quali verranno pagate, ogni giorno le spese di trasferta. E tutto ciò, senza che l’Irsap abbia approvato né uno Statuto, né una pianta organica. Siamo alla follia – aggiunge – ho chiesto più volte all’assessore perché non ricomponga gli organi. Si dimentica che nell’atto della nomina, il commissario deve limitarsi semplicemente ad assicurare la continuità amministrativa. Altro che nuove spese, altro che individuazione di personale”.
“La legge istitutiva dell’Irsap – la spiegazione di Cicero – prevede finanziamenti triennali per avviare una serie di iniziative. Ma come potremmo avviare queste iniziative senza dipendenti? Quelli chiamati da altre sedi saranno una quindicina, oltre ai 22 che risiedono già a Caltanissetta, al direttore generale e a sette dirigenti. Quello di Alloro – contrattacca Cicero – è solo un tentativo di intimidazione dovuto alla mia azione legalitaria e contro la mafia. Lui, come dimostrano anche alcuni articoli apparsi sui quotidiani nazionali (Il Fatto, ndr) evidentemente è il punto di riferimento di interessi che si sentono minacciati dalla mia azione. Del resto, ricordo bene le malefatte compiute da Alloro in qualità di direttore generale dell’Asi di Enna. Quando, ad esempio, andò persino in Cina per conto del Consorzio, assunse personale in violazione della legge, sponsorizzò manifestazioni inutili e non pagò stipendi e bollette da mesi. Allora decisi di revocare la nomina a direttore generale. Da quando lui è deputato utilizza il suo ruolo per screditarmi”.
“Accuse inesistenti – taglia corto Alloro – per le quali Cicero è già stato denunciato due volte. Io ho una fedina penale immacolata e nessun procedimento contabile, amministrativo, civile o penale aperto”. Ma dietro alla guerra Alloro-Cicero, c’è molto di più. C’è un filo tesissimo che lega e allo stesso tempo separa, pezzi di Pd, amministratori, burocrati e gli industriali “antimafia” tanto vicini a Rosaio Crocetta.