Trapani, alluvione: "Eventi estremi", ma le pompe erano "fuori uso"

Alluvione a Trapani: “Eventi estremi”, ma le pompe erano “fuori uso”

Le parole del capo della protezione Civile regionale Salvo Cocina

PALERMO – Un quantità enorme di acqua piovuta in un breve intervallo di tempo, la mano dell’uomo che sfregia il territorio e lo rende fragile, la scarsa attività di prevenzione e le pompe di drenaggio fuori uso. Tutto questo sta mettendo in ginocchio una grossa fetta di Sicilia martoriata dal maltempo. Danni soprattutto nelle province di Trapani, Agrigento ed Enna.

A Trapani c’è la situazione più critica. In certe zone, ad esempio a Salinagrande, spiega Salvo Cocina, capo della Protezione civile regionale, “sono caduti 100 millimetri di acqua in un’ora”. Una quantità quattro, cinque volte superiore ad un temporale di forte intensità.

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“Sono eventi estremi, che però si ripetono sempre più spesso”, aggiunge Cocina. Nella sola provincia trapanese è la terza volta che accade nelle ultime settimane. Colpa della tropicalizzazione del clima. Nella statistica annuale alla fine risulterà caduta la stessa acqua dell’anno scorso, ma in un tempo concentrato. L’estate si allunga e porta siccità, ma quando piove l’acqua provoca disastri.

I fiumi esondano e travolgono tutto. Anche le case costruite dove non dovrebbero esserci. E cioè nelle “aree naturali di espansione dei fiumi”. “Le case non sono nel posto giusto”, denuncia Cocina. Abusive, dunque.

I fiumi esondano e “le reti di smaltimento, ad esempio a Trapani città, non ce l’hanno fatta”. In questo caso Cocina usa la parola “patologia”, anche se ammette che è ancora presto per avere un quadro chiaro. La prima ipotesi, però, è disarmante: “La maggior parte delle stazioni di pompaggio non ha funzionato”.

Il sistema di drenaggio è stato creato negli anni 60, “ma la maggior parte delle pompe è fuori uso”. Sono andate in tilt per il maltempo delle ultime ore oppure erano guaste da tempo? “Abbiamo istituito un tavolo tecnico per capire, probabilmente però da tempo”, risponde Cocina.

Il resto lo fanno “le reti vetuste, gli intasamenti, le ostruzioni provocati dai crolli”. Non c’è da stare sereni nella fragilissima Sicilia falcidiata dal maltempo e da chi dovrebbe proteggerla, l’uomo.


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