Almaviva, "licenziamenti vicini" | Nessun accordo azienda-sindacati - Live Sicilia

Almaviva, “licenziamenti vicini” | Nessun accordo azienda-sindacati

L'azienda: "Sarà inevitabile a settembre l'avvio delle procedure di riduzione del personale"

Nessun accordo tra Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali per il sito di Palermo. L’azienda, nella sede di Sicindustria per la conclusione dell’esame congiunto della procedura di attivazione unilaterale dell’ammortizzatore sociale, ha confermato la necessità di ricorrere al fondo di integrazione salariale (Fis) fino al 60 per cento, a fronte dello scenario prospettato il 4 giugno scorso, e ribadito ieri al tavolo ministeriale, che prevede una riduzione drastica dei volumi pari al 70 per cento da parte dei committenti Tim e WindTre. Sempre l’azienda ha aggiunto che, in mancanza di interventi immediati di natura strutturale, sarà inevitabile a settembre l’avvio delle procedure di riduzione del personale.

“L’incontro che si è svolto ieri al ministero del Lavoro – dicono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – non ha prodotto soluzioni utili a affrontare nell’immediato le criticità di Almaviva Contact né tanto meno la crisi strutturale del settore. L’assenza di prospettive risolutive per il comparto, l’insostenibilità per i lavoratori delle condizioni poste dall’azienda, il drammatico taglio degli stipendi causato dall’ammortizzatore con percentuali senza precedenti, la perdita dei requisiti di accesso al bonus da 80 euro per i part time, unite alla previsione dei licenziamenti, impediscono di raggiungere qualunque intesa”. “Non è più rinviabile – aggiungono i sindacati – da parte del governo un piano di interventi strutturali per il comparto, occorrono regole per gli appalti dei call center, misure per contrastare la delocalizzazione all’estero, il rispetto delle tabelle ministeriali sul costo del lavoro, l’istituzione di un Fondo di Settore anche per la riqualificazione. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc ribadiscono che “siamo di fronte all’ennesimo dramma occupazionale che non riguarda solo Almaviva Palermo ma coinvolge l’intera filiera produttiva dei call Center, che solo in Sicilia occupa 20 mila addetti”.

“Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio trovi urgentemente una soluzione strutturale alla crisi che sta travolgendo il settore dei call center in Italia ed in particolare in Sicilia. Non è con gli ammortizzatori sociali che si risolvono le vertenze ma creando le condizioni perché si generi lavoro e sviluppo. Circa 3.000 lavoratori Almaviva a Palermo rischiano di subire riduzioni di stipendio di oltre il 70% e non sono escluse significative riduzioni del personale. Un dramma sociale che il territorio non potrebbe sopportare”. Lo afferma Erasmo Palazzotto, deputato siciliano di Liberi e Uguali a Montecitorio, commentando l’incontro di ieri al ministero del Lavoro sulla vertenza Almaviva.

“Il Governo regionale deve assolutamente intervenire per difendere con ogni mezzo una attività la cui chiusura porterebbe al dramma una città capoluogo di Regione e nell’isola intera. Non possiamo sempre essere noi l’anello debole del sistema Paese. Io non credo che il Governo regionale possa alzare bandiera bianca sulle ennesime delocalizzazioni industriali dopo la scomparsa della Fiat di Termini Imerese e dopo altri drammatici ridimensionamenti come quello del petrolchimico di Gela. Almaviva e le tremila famiglie sfiancate da un lavoro parziale e precario vanno salvate, senza ‘se’ e senza ‘ma’”. Lo ha dichiarato la deputata regionale Marianna Caronia.

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