Almaviva, persa commessa Tim a Palermo: lavoratori a rischio a Catania - Live Sicilia

Almaviva, persa commessa Tim a Palermo: lavoratori a rischio a Catania

L'azienda non ha trovato l'accordo per il rinnovo del contratto anche con Vodafone

PALERMO – Almaviva continua a perdere appalti, dopo quello relativo alla compagnia di volo Alitalia e Sky, adesso tocca alla commessa Tim, con il contratto che scadrà il 28 febbraio. Un duro colpo per 227 impiegati palermitani che potrebbero ritrovarsi improvvisamente senza lavoro, ma che coinvolgendo Rende diventerebbero oltre 400.

“Venerdì scorso Almaviva ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali che le interlocuzioni con TIM, per rinegoziare il contratto, hanno subìto una battuta d’arresto e pertanto il committente affiderà i servizi di ASO ad altro fornitore, che dovrebbe essere Comdata. Gestiremo pertanto l’ennesima perdita di commessa con lo strumento della clausola sociale, in tempi stretti e con un periodo molto complesso per il settore“. A dichiararlo il responsabile del dipartimento call center Slc Cgil Sicilia Massimiliano Fiduccia.

La situazione, se si aggiunge la scadenza della commessa legata al numero 1500 creato ad hoc per l’emergenza sanitaria, è abbastanza preoccupate. Non è chiaro cosa ne sarà dei lavoratori che non sono garantiti dalla clausola sociale, ma non solo. Problemi si registrano anche a Catania. Almaviva ha avviato alcune interlocuzioni con Vodafone per rinegoziare la tariffa, senza giungere ad un accordo. Questo ha portato ad una richiesta di disdetta del servizio da parte di Almaviva.

“Siamo sinceramente preoccupati per la destrutturazione di Almaviva in Sicilia – ha continuato Fiduccia -: ci sono clausole sociali ancora tutte da discutere per oltre 700 persone, da quella di TIM ASO a quella di WindTre con il passaggio a Network Contact, alle quali si aggiungono le incertezze sulla commessa Vodafone a Catania (contratto disdetto da Almaviva durante la rinegoziazione) e soprattutto sul futuro delle oltre 600 risorse impiegate sul 1500 del Ministero della salute, in scadenza al 31 marzo, con una commessa strettamente collegata all’emergenza sanitaria“.

I sindacati stanno cercando di trovare una soluzione e avanza una richiesta al Ministero per la creazione di un tavolo. Si è chiesta la partecipazione di 3 Dicasteri del Lavoro, Mise e Salute.

“Se Almaviva ha deciso di lasciare il settore dei call center lasciando spazi ad altri players, serve adesso un piano che metta in sicurezza l’occupazione di tutti, tutelando redditi già bassi ma anche una visione di prospettiva sul settore – ha concluso Fiduccia -, cominciando a discutere seriamente di riconversione e riqualificazione, perché il mondo delle Telecomunicazioni sta vivendo una trasformazione epocale che non può essere pagata dall’anello più debole della filiera”.

Preoccupazione, come detto, si vive anche a Catania per via del mancato accordo di rinegoziazione dell’accordo con Vodafone: “A Catania abbiamo una situazione paradossale. Il 20 Dicembre Almaviva ha comunicato a Vodafone, azienda per cui gestisce una serie di attività legate al Call Center 190, di voler chiudere il contratto commerciale. Ma oggi ribadisce di essere in trattativa con Vodafone per poter rinnovare il contratto“ – spiega Gianluca Patanè, Segretario Generale Slc Cgil Catania.

Anche nella città etnea ci sono impiegati che si occupano del numero 1500 “circa 200 risorse ad oggi non sanno che attività andranno a gestire una volta chiuso il numero verde, come tutti sappiamo legato alla situazione pandemica. Come OOSS abbiamo, pertanto, richiesto un tavolo di confronto nazionale presso la sede del Mise e siamo in attesa di conoscere la data della convocazione“.

“È urgente e necessario che le istituzioni si dimostrino in grado di dare opportune risposte alle lavoratrici ed i lavoratori, perché rischiamo di perdere, se non si agisce in tempi brevi, di perdere la stabilità occupazionale di 644 famiglie. Auspichiamo che tutte le parti in causa si rendano conto dell’emergenza e che il percorso da definire veda tutti impegnati versa la salvaguardia occupazionale del territorio”.

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