PALERMO – “I fratelli di Dio” sono stati individuati. Sono i compagni di preghiera di Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina, arrestati per la strage di Altavilla Milicia. Condividono posizioni di fanatismo religioso, ma al momento non c’è prova che sapessero della violenza che stava per esplodere nella casa. Il gruppo si riuniva in preghiera e sarebbe slegato dalle comunità evangeliche che i protagonisti dell’orrore hanno frequentato. Sembra scontato che “i fratelli di Dio” nei prossimi giorni saranno sentiti dai carabinieri.
Secondo gli investigatori, era convinzione comune che la moglie di Barreca, Antonella Salamone, e i figli Kevin ed Emmanuel fossero posseduti dal demonio. In tanti sapevano che nella casa di Altavilla Milicia fosse in corso un rito di liberazione. Si indaga anche per capire se la coppia che vive a Palermo fosse già stata chiamata da altre famiglie per analoghe situazioni. Una risposta potrebbe arrivare dai cellulari e dai computer sequestrati dai carabinieri nella loro casa a Sferracavallo. C’erano anche libri e opuscoli di carattere religioso.
A proposito di cellulari. Mentre i fratelli venivano torturati e uccisi la sorella di diciassette anni, anche lei arrestata, usava il telefono di Kevin. Rispondeva ai messaggi degli amici. Secondo gli investigatori, coordinati dalla Procura di Termini Imerese, la ragazza faceva finta di essere il fratello. Un modo per non destare sospetti.
Sotto osservazione anche i social. Barreca e la moglie – uccisa, bruciata e seppellita – hanno conosciuto casualmente Carandente. Cercavano un’altra persona e sono finiti per errore nella pagina di Carandente, attirati dai post di contenuto esclusivamente religioso.