Amat, annullato il decreto | Bellia: "Il Comune pagherà" - Live Sicilia

Amat, annullato il decreto | Bellia: “Il Comune pagherà”

Il tribunale ha annullato il decreto ingiuntivo presentato da Mario Bellavista per un vizio giurisdizionale, ma il consigliere di amministrazione Amat Diego Bellia rassicura: "Le trattative sulla transazione col Comune sono a buon punto, l'amministrazione verserà i soldi".

la sentenza del tribunale
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PALERMO – Il tribunale di Palermo annulla il decreto ingiuntivo dell’Amat da 90 milioni di euro nei confronti di Palazzo delle Aquile: un provvedimento promosso dall’allora presidente Mario Bellavista, in polemica con il sindaco Cammarata, e che dopo essere stato “congelato” è ripartito a ridosso dell’elezione di Orlando scatenando le polemiche.

Un decreto che si riferiva ai crediti vantati dall’azienda fino al dicembre del 2010: 80 milioni più 10 di interessi, causati dal mancato adeguamento del contratto di servizio e da alcuni contenziosi con il Comune, come quello sui biglietti per le categorie svantaggiate (10 milioni in meno dal 2009). Tanto da portare l’azienda in rosso, con una perdita da 20 milioni l’anno (i 10 per le categorie svantaggiate e altri 10 tagliati dalla Regione) malgrado un credito da 140 riconosciuto perfino dal Comune.

I giudici, però, oggi hanno annullato il decreto: non perché non sia fondato, ma per un vizio giurisdizionale. L’Amat, cioè, non doveva far ricorso al tribunale bensì a un collegio arbitrale e per questo i giudici hanno annullato il tutto senza neppure entrare nel merito.

Una decisione che, in teoria, consentirebbe a Palazzo delle Aquile di risparmiare l’ingente somma, malgrado quasi metà sia già stata trasferita: in quel caso, però, si condannerebbe l’azienda al fallimento sulla falsa riga di quanto successo all’Amia. Una prospettiva terribile per Orlando, che si ritroverebbe un’altra bomba fra le mani, e che peraltro implicherebbe l’obbligo, per l’attuale cda, formato da due funzionari comunali scelti dal sindaco, di promuoverne un secondo decreto contro la propria stessa amministrazione di cui sono dipendenti.

“Ma non ce ne sarà alcun bisogno – rassicura Diego Bellia, consigliere Amat – le trattative con il Comune per il raggiungimento di un accordo sono a buon punto e si concluderanno presto. Il decreto ingiuntivo fu fatto quando tra il cda e il socio c’erano rapporti assai differenti da quelli che ci sono oggi: il sindaco è sempre stato al nostro fianco e l’amministrazione verserà quanto dovuto, non dovremo fare altri decreti e non subiremo conseguenze”. “I lavoratori stiano tranquilli, non è cambiato nulla – dice la presidente Rosalia Sposito – il Comune sin da luglio ha dimostrato di avere a cuore l’azienda e il piano di rientro è già avviato e proseguirà. All’Amat, comunque, non è stata ancora notificata la sentenza”.

Rassicurazioni che fanno tirare un sospiro di sollievo ai lavoratori, sebbene rimanga il passivo da 20 milioni e una situazione economica non proprio felice, tanto da spingere l’azienda a mettere nero su bianco, nel budget 2013 presentato lo scorso settembre alla giunta, di aver bisogno di fondi per garantire la continuità aziendale, chiedendo anche una revisione del contratto di servizio. In ballo, infatti, c’è ancora la partita da tre milioni su Tarsu e Tosap pretesi da piazza Pretoria per le strisce blu. Palazzo delle Aquile troverebbe più conveniente, quindi, sganciare i 40 milioni rimanenti, malgrado il decreto sia stato annullato, piuttosto che mettere in difficoltà un’altra azienda.

“La situazione dell’Amat, anche per le ultime discussioni sul piano industriale, è complicatissima – dice Maurizio Calà della Cgil – c’è la necessità di un intervento corposo da parte del Comune sul piano economico o rischiamo di avere problemi. Abbiamo chiesto svariati incontri al sindaco ma siamo rimasti inascoltati, c’è un silenzio assordante”.

Palazzo delle Aquile, intanto, ha fissato per i primi di marzo l’assemblea dei soci che dovrà procedere alla nomina del nuovo presidente dell’azienda, mentre il piano di rientro dovrebbe concludersi entro un anno e mezzo.


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