Ambulanze in campo| Società sul piede di guerra - Live Sicilia

Ambulanze in campo| Società sul piede di guerra

L'assessorato allo sport ha richiesto la presenza obbligatoria di un'ambulanza nei maggiori impianti sportivi comunali durante tutti gli eventi. Balzello quest'ultimo pesante per le varie società sportive cittadine.

L'assessorato allo sport
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PALERMO – Un ostacolo in più per chi fa sport di base. Sta per partire il maxi-finanziamento che rimetterà in piedi il Palasport di Fondo Patti, ma chi lavora sul territorio non vive momenti felici. L’assessorato allo sport ha infatti chiesto alle società sportive la presenza obbligatoria di un’ambulanza nei maggiori impianti sportivi comunali durante tutti gli eventi e le manifestazioni aperti al pubblico.

Dalla gara di nuoto amatoriale, passando per le partitelle fra ragazzini del minibasket: le società per poter disputare l’incontro a porte aperte (leggasi per far entrare le famiglie dei giovani sportivi) devono avere un’ambulanza a disposizione. Una vera batosta in termini economici per i club dei vari sport che svolgono la propria attività fra PalaOreto, PalaUditore e Piscina Comunale. A imporre il balzello, che non tutela gli sportivi bensì gli spettatori, la Commissione Comunale Vigilanza Pubblico Spettacolo.

Il primo a storcere il naso è stato il presidente del Comitato Provinciale del Coni, Giovanni Caramazza. Il massimo rappresentante dello sport cittadino negli scorsi giorni ha detto a chiare lettere che la decisione non è stata condivisa con il CONI, che pure ha un membro nella commissione.

Sta di fatto che la decisione del Comune di imporre ulteriori oneri a chi fa sport in città provoca un ulteriore ostacolo ai dirigenti delle compagini palermitane. Salvo Rappa, general manager della Nuova Aquila Basket, ha affermato che quest’obbligo costerà alle casse della sua società una fetta importante di budget: “Per dare un numero forfettario, considerato che la nostra società è complessivamente iscritta a sette campionati, durante i quali si disputano almeno dieci partite interne per ciascuna, la posta di bilancio al passivo risulterebbe ammontante fra i 10 ed i 14 mila euro”.

La responsabile del servizio sport e impianti sportivi che ha richiesto questa misura alle società è Fernarda Ferreri, che abbiamo contattato: “La decisione non è nostra ma della commissione. Anzi abbiamo cercato di parlare con l’Asp che aveva messo questa condizione ma non siamo ancora entrati in contatto. Ho chiesto di rivedere l’obbligo o quanto meno limitarlo agli eventi più partecipati. Mi ripromettevo giusto oggi di mettermi in contatto con l’Asp”.


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