Amianto al parco Cassarà | La procura allarga i controlli - Live Sicilia

Amianto al parco Cassarà | La procura allarga i controlli

La Procura della repubblica fa sapere che avvierà campionamenti in altri zone a verde pubblico della città. E si parla di siti dove è aumentata l'incidenza di tumori. Nessun allarmismio, ma "massima attenzione - dice il procuratore aggiunto Dino Petralia - per la salute dei cittadini".

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Il caso dell’amianto al parco Cassarà rischia di non essere isolato. In Procura il tema inquinamento viene preso “doverosamente” sul serio. “Perché stiamo parlando della salute di noi cittadini”, spiega il procuratore aggiunto Dino Petralia che coordina un apposito pool di magistrati. E di lavoro da fare ce n’è tanto. Dalle poveri sottili che ammorbano l’aria, per cui è già stato aperto un fascicolo conoscitivo, alla “incidenza dell’aumento dei tumori in alcuni siti”. Petralia è volutamente generico. Primo, perché sul tavolo della Procura ci sarebbero “solo” delle segnalazioni che vanno ampliate. Secondo, perché il procuratore aggiunto non intende creare allarmismi ma, nel contempo, vuole fare passare il chiaro messaggio che in Procura c’è la massima attenzione sui temi della salute pubblica.

Un’attenzione che ieri ha portato al sequestro d’urgenza del parco Cassarà (clicca qui per leggere il servizio)  la convalida è attesa nelle prossime ore – mentre all’interno vi erano tanti visitatori. Quando sul tavolo della magistratura sono arrivati i risultati dei campionamenti del terreno che certificavano la presenza di amianto non c’era altra strada che apporre i sigilli in fretta e furia. “Quando si sequestra un’area la si sottrae alla collettività e non al Comune – spiega Petralia -. In noi c’è la consapevolezza di averla tolta a noi stessi, che lo Stato, perché la Procura rappresenta lo Stato, si sta facendo del male da solo, ma è un male necessario. Noi abbiamo il potere di fare degli avvisi e c’è chi agli avvisi deve rispondere”.

Il riferimento, neppure troppo velato, è all’amministrazione di Palazzo delle Aquile che ieri ha annunciato “un’indagine a tappeto su tutti e 26 gli ettari del parco Cassarà per poter poi procedere alla bonifica e restituire ai cittadini la possibilità di godere del parco in assoluta tranquillità”.

Tutto questo è avvenuto ieri, appunto. Tropo tardi per evitare il sequestro. Perché se il Comune avesse fatto sapere che si stava avviando una bonifica – la presenza dell’amianto del Parco era una notizia nota – probabilmente non si sarebbe arrivati alla chiusura.

“L’amministrazione attiva deve essere più veloce di quella giudiziaria – aggiunge Petralia – da un lato sappiamo e capiamo che ci sono problemi di risorse economiche, ma dall’altro lato c’è la salute pubblica. Ci addolora togliere qualcosa ai cittadini, ma andava fatto”. Nelle parole “andava fatto” c’è la spiegazione al sequestro d’urgenza dettato dai rischi possibili. I campioni di terra per le analisi sono stati prelevati in quattro punti molto distanti fra loro e tutti nella zona dove giocano i bambini. La presenza di amianto è stata rintracciata in superficie. Inevitabile chiedersi, lo hanno fatto i magistrati e lo fanno i cittadini, cosa ci possa essere sottoterra.

Le indagini proseguono e si allargheranno in altre zone a verde pubblico della città con la consapevolezza che ci sono delle falle nel sistema investigativo della polizia giudiziaria. Un sistema che si basa troppo spesso sugli input che arrivano dalla lettura dei giornali o dalle segnalazioni anonime. Dalle parole di Petralia si intuisce, però, la voglia di cambiare passo. Di occuparsi della salute dei cittadini. E si guarda oltre la punta del naso, al benzene, all’incidenza dei tumori, ai meccanismi di radioprotezione che dovrebbero essere presenti in molti edifici.


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