PALERMO– Laura – che non si chiama così, in difesa della sua privacy – è una donna sola, una ex sportellista – raccontano coloro che le vogliono bene e che le stanno accanto – con mille problemi, un bruttissimo male e scarne risorse per andare avanti. Però, può contare sul cuore grande dei suoi colleghi di un tempo, dei suoi amici di sempre.
La sua storia la narra Adriana Vitale, anima di questa comunità, impegnata in una complicatissima vertenza (leggi qui) per sopravvivere
“Sì – dice Adriana – è un ex sportellista, come tutti noi ha perso il lavoro. Ha più di sessant’anni, ma non può andare in pensione con la quota 100 perché le mancano proprio gli anni di contributi che avrebbe avuto se non fosse finita per strada. Ha una serie di patologie importanti, è sotto cura per cancro. Vive in una casa un po’ isolata e non può prendere la macchina perché non ha come pagare l’assicurazione. Si è peraltro ritrovata con un mutuo addosso che ha rimodulato, ma da dieci mesi non riesce a pagare le rate”.
Secondo la descrizione di Adriana, Laura è uno di quei profughi ‘invisibili’ che compongono la popolazione dolente e silenziosa di una terra disperata. Per lei si presenta un’emergenza. Dove prendere i soldi necessari? Viene lanciata una sottoscrizione, rivolta soprattutto ai compagni di lavoro. E l’onda della solidarietà, a poco a poco, si solleva fino a racimolare il necessario.
Adriana continua: “Abbiamo fatto la raccolta, raggiungendo la somma voluta. Laura non prende il reddito di cittadinanza in quanto ha ricevuto degli arretrati qualche anno fa e superava il reddito per pochi euro, ma non c’è più niente. E’ molto dignitosa. Vive con l’aiuto dei colleghi, spesso non ha neppure i soldi per comprare il pane. Le portiamo un po’ di spesa, ma parliamo di gente che economicamente ha già i propri problemi. Per lei abbiamo messo da parte i dieci e i venti euro, anche i cinque euro, come un salvadanaio della bontà. E questo riscalda l’anima, siamo poveri ma belli. Certo, non possiamo risolvere tutti i suoi guai, però saremo sempre accanto a lei”.
Ed è davvero così la Sicilia. Una zattera alla deriva con persone che soffrono e che non vedono un approdo. Ma, per fortuna, ci sono mani che ancora stringono altre mani protese.