Amministrative, rush finale| La mappa delle città al voto - Live Sicilia

Amministrative, rush finale| La mappa delle città al voto

Gli schieramenti in campo nei principali comuni siciliani dove si vota tra meno di un mese
COMUNALI 2020
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Paese che vai, alleanze che trovi. I cittadini di sessantuno comuni siciliani saranno chiamati al voto il 4 e il 5 ottobre per le elezioni amministrative. La mappa delle città al voto ci restituisce un quadro di alleanze variabili e sparse a macchia di leopardo sul territorio siciliano con qualche new entry. L’alleanza giallorossa, ad esempio, esordisce a Termini Imerese e Barcellona Pozzo di Gotto, ma resta una chimera nei due comuni capoluogo di provincia al voto: Agrigento ed Enna. Il centrodestra non riesce a essere compatto dappertutto. I renziani qua e là guardano a destra. Tra vecchie glorie, big sponsor e “absolute biginners” il quadro definitivo inizia a definirsi in maniera più nitida. Ecco come si sta definendo il quadro in alcune delle piazze più importanti.

AGRIGENTO, FOLLA DI CANDIDATI

Uno, nessuno, centomila. La città di Pirandello abbonda di candidati alla carica di primo cittadino. Il sindaco uscente, Calogero Firetto, si ricandida sostenuto dal Pd e da due liste civiche confezionate dal deputato regionale autonomista Carmelo Pullara (e questo ha portato scompiglio tra gli autonimisti, con ripercussioni anche all’Ars). Il centrodestra si spacca. In corsa ci sono Marco Zambuto, sostenuto da Forza Italia, centristi, Diventerà Bellissima, il civico Franco Miccichè e la presidente del consiglio comunale, Daniela Catalano, supportata da Lega e FdI. In corsa con il sostegno di liste civiche Aldo Piazza, la consigliera comunale pentastellata Marcella Carlisi tenta la corsa solitaria, mentre la sinistra e la lista “I Cento Passi” lanciano la candidatura della consigliera uscente Angela Galvano.

ENNA, UNA POLTRONA PER CINQUE

A Enna va in onda una poltrona per cinque. Si ricandida il primo cittadino Maurizio Dipietro con il sostegno di diverse liste civiche della galassia del centrodestra (compresi gli autonomisti) e di Italia Viva. Il Pd risponde schierando Dario Cardaci con cinque liste a sostegno: quella dei dem, due civiche di centrosinistra, Udc e Ora Sicilia. Cinzia Amato porterà alto il vessillo del M5S e Giuseppe Savoca quello della Lega. In corsa anche Maurizio Bruno che guiderà una lista  civica di estrazione cattolica.

MARSALA, DESTRA DIVISA

In cinque si contenderanno la poltrona di primo cittadino del  comune più popoloso al voto: Marsala.  Il sindaco uscente del Pd Alberto Di Girolamo, sostenuto dalla lista Fava, Pd e altre realtà civiche scende in campo per fare il bis. Quattro gli sfidanti: Massimo Grillo, sostenuto da una coalizione di centrodestra senza la Lega con il supporto di uomini di Italia Viva. Il Carroccio punta tutti su Giacomo Dugo, i Cinquestelle si affidano ad Aldo Rodriquez. In corsa anche Sebastiano Grasso, candidato del Movimento Popolare Arcobaleno.  

TERMINI IMERESE E BARCELLONA POZZO DI GOTTO

I due comuni saranno il banco di prova ufficiale dell’alleanza giallorossa: Pd, M5S, realtà civiche e di sinistra con il sostegno de “I Cento Passi” del deputato regionale Claudio Fava. Ma andiamo per ordine. Nel comune palermitano sarà sfida a quattro. L’alleanza giallorossa si salda attorno al nome della pentastellata Maria Terranova, consigliera uscente, che avrà dalla sua il M5S, il Pd, la lista di Fava e altre civiche di supporto. Il centrodestra si presenta invece spacchettato all’appuntamento elettorale.  In corsa ci sono l’azzurro Francesco Caratozzolo (Forza Italia, Lega, Db, Ora Sicilia) e Anna Amoroso (Cantiere popolare, Udc, Fratelli d’Italia). Sarà della partita anche la candidata civica Paola Vallelunga. A Barcellona sono tre i candidati alla carica di primo cittadino. Sul nome del candidato Antonio Mamì, vicino alla ex sindaca Maria Teresa Collica  si è chiuso l’accordo tra Pd, M5S, lista Cento Passi e altre realtà civiche. La truppa giallorossa dovrà vedersela con Pinuccio Calabrò, vicinissimo al capogruppo di Forza Italia all’Ars Calderone, che tiene insieme tutto il centrodestra. A fare da terzo incomodo Giuseppe Sottile sostenuto da Vox Italia.   

PEDARA E BRONTE: LE SFIDE SOTTO IL VULCANO

Due le piazze più interessanti ai piedi dell’Etna: Pedara e Bronte. A Pedara, la cittadina del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, sarà sfida a tre. Una corsa che si preannuncia infuocata visti gli schieramenti in campo dopo il divorzio che un anno fa si è consumato nella ormai ex maggioranza con due dei protagonisti di quella stagione pronti a duellare. Da un lato il sindaco uscente Antonio Fallica che tenta il bis, dall’altro  il dem, di rito barbagalliano, Alfio Cristaudo, che da capogruppo del Pd in consiglio portò un anno fa  la sua truppa fuori dalla maggioranza. A sostegno di Fallica c’è la lista “Pedara Libera” nella quale trovano spazio personalità del centrodestra e il sostegno convinto della formazione di Giorgia Meloni. Dall’altro lato della barricata c’è Cristaudo con la lista civica a trazione Pd “Vivi Pedara” che tiene dentro, candidati civici, molti fedelissimi e alleati storici del segretario regionale dem. A fare da terzo incomodo Nuccio Tropi del Movimento Cinquestelle.  Altrettanto ghiotta la contesa di Bronte. L’ex sindaco e senatore Pino Firrarello è deciso a riconquistare la sua storica roccaforte. Per farlo mette in campo una coalizione di centrodestra (pur perdendo alcuni pezzi) che va dal Forza Italia ai sovranisti con un ventaglio di civiche riconducibili alle varie compagini. La strada non sarà in discesa. Tenta il bis il sindaco uscente, Graziano Calanna, dem vicinissimo al segretario Anthony Barbagallo, che potrà contare sul sostegno del Pd, di Italia Viva, Udc e un paio di liste civiche.  In campo anche Giuseppe Gullotta sostenuto dai big Raffaele Lombardo e Alfio Papale con rispettive liste a sostegno e gli ex grillini di Attiva Sicilia. Il Movimento Cinquestelle, invece, punta tutto su Valeria Franco. Tuttavia il quadro potrebbe non essere ancora certo. Nella città del pistacchio si vocifera, infatti, che complice la legge elettorale e l’incognita ballottaggio le coalizioni si potrebbero rimescolare prima della consegna delle liste.  


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