C'era un'auto nel piazzale | Sentiti tre testimoni - Live Sicilia

C’era un’auto nel piazzale | Sentiti tre testimoni

C'era una macchina nella "piazzetta degli innamorati" la sera in cui morirono Francesca Inghilleri e Giuseppe Mignano, precipitati dalla scogliera di Cala Rossa, a Terrasini il 4 settembre dell'anno scorso. Tre persone sono state sentite dai carabinieri in qualità di testimoni. Tra di loro, anche l'ex marito della ragazza.

I due fidanzati morti a Terrasini
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PALERMO – Il caso non è chiuso. Le indagini vanno avanti. C’era una macchina nella piazzetta “degli innamorati” la sera in cui morirono Francesca Inghilleri e Giuseppe Mignano, precipitati dalla scogliera di Cala Rossa, a Terrasini il 4 settembre dell’anno scorso.

E che l’inchiesta sia ancora nel vivo lo dimostra quanto accaduto due giorni fa. Otto mesi dopo la tragedia tre persone sono state convocate dai carabinieri. Sono state sentite in qualità di testimoni. E hanno risposto ad una raffica di domande. Nove ore, dalle 9 alle 18, in caserma. Tra di loro, c’era Salvatore Di Simone, l’ex marito di Francesca.

Tutto parte da quella macchina, un’Alfa, che le telecamere di videosorveglianza del chioschetto sul piazzale hanno immortalato. Non si vede il numero di targa, ma l’auto viene definita “compatibile” con quella di Di Simone. Che ha ha risposto a tutti i quesiti degli investigatori. Ha spiegato, innanzitutto, che non è sua la macchina filmata. L’avvocato Andrea Dell’Aira, che lo assiste come eventuale parte offesa dell’inchiesta sul decesso dell’ex moglie, spiega che il suo cliente è disposto a tutto, anche a fare indagini private, pur di conoscere la verità.

L’auto è stata ripresa mentre arrivava, intorno alle 22, e cioè due ore prima che la moto su cui viaggiavano Francesca e Giuseppe giungesse nel piazzale. E, soprattutto, sarebbe andata via quasi in concomitanza con l’orario in cui si è fermato l’orologio di Francesca, precipitata in mare.

La pista dell’incidente resta la più accreditata, suffragata da una perizia secondo cui sarebbe franata la parte del costone roccioso nel punto in cui è caduta la coppia. Usiamo il condizionale, perché gli atti, perizia compresa, sono secretati. Nulla, però, può essere lasciato al caso. Soprattutto in presenza degli episodi emersi di recente. A cominciare dall’auto immortalata dalle videocamere. E non solo. Qualche giorno prima di quel terribile 4 settembre dell’anno scorso qualcuno ha cercato di rubare in casa della ragazza. Un furto come i tanti messi a segno nelle case siciliane oppure c’è dell’altro? Anche in questo caso, potrebbe essersi trattato di coincidenze.

Che, però, non possono essere sottovalutate. I due giovani, che avevano 20 e 25 anni, erano al loro primo incontro. Si erano conosciuti in un locale di Trappeto. Cosa è successo sulla scogliera di Cala Rossa? La roccia è venuta giù trascinando i corpi dei due giovani? Oppure hanno perso l’equilibrio? L’ipotesi dell’omicidio può essere definitivamente scartata? I carabinieri e i magistrati sono in cerca delle riposte.

 


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