Amt, ancora linee soppresse |E Lungaro pensa di lasciare - Live Sicilia

Amt, ancora linee soppresse |E Lungaro pensa di lasciare

Solo 57 le vetture in circolazione. Spiragli, pochi, dalla Regione.

l'azienda nel caos
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CATANIA – Amt nel caos. Tanto che sembra che anche il presidente Carlo Lungaro, il cui mandato è scaduto a fine giugno, avrebbe deciso di lasciare chiedendo di essere sostituito. Linee soppresse, autobus con il contagocce e utenti furiosi, a tal punto che, oggi pomeriggio, è stato necessario l’intervento dei vigili urbani per sedare gli animi dei cittadini che, una volta arrivati al capolinea, hanno appreso la soppressione delle corse. Insomma, la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno, di ora in ora, a causa della ormai gravissima condizione finanziaria dell’Azienda metropolitana trasporti, gravata da oltre cinquanta milioni di crediti vantati nei confronti di Comune e Regione.

“Appena 57 le vetture in servizio alle ore 16,45 – scrivono in una nota la Faisa CISAL e la Fast – Confsal. Numerose linee soppresse: 431,932,733,722,702,536; in P.zza Alcalà un solo bus per ogni linea, in p.zza della repubblica, soppresso il 925, solo 2 BRT in circolazione, in P.zza Borsa linee soppresse: 733,702,722, Stazione, soppresse: 429, 1-4,448,432.

A nulla sono valsi gli scioperi effettuati, i cortei, i sit in di protesta, succedutisi negli ultimi mesi, finalizzati a scongiurare questo scempio, ormai sotto gli occhi di tutti i cittadini catanesi e turisti”. Parlano di fallimento della gestione Aziendale, e di “Una Partecipata, priva di linee guida da parte del Socio Unico e dall’Amministrazione comunale, a scapito della collettività e dei lavoratori. Altro che mobilità sostenibile! Un’Azienda allo sbando, senza futuro e priva di programmazione alcuna, soffocata da una montagna di debiti, oltre 50 ml. di euro, mentre il Comune gli deve ancora oltre 26 ml. di euro, solo per l’anno 2015”.

Anche se pare si stai aprendo qualche spiraglio: la Regione sembra abbia completato l’iter relativo alla risoluzione del contenzioso che dovrebbe portare nelle casse della partecipata tra gli 8 e i 10 milioni. E sembra quasi certo il pagamento della terza rata del 2016 così come quella della liquidazione della quarta rata relativa al 2014 mai pagata da Palermo. All’appello però mancherebbero ancora i circa 26 milioni dovuti da Palazzo degli Elefanti.

 


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