CATANIA – Il precipizio in un anno. Poco più di 365 giorni durante i quali l’azienda sembra passata dalle stelle, almeno dal desiderio di raggiungerle, alle stalle, il cui raggiungimento sembra certificato dal cartello che campeggia in azienda. “Si avvisa l’utenza che, a causa dell’attuale carenza di autobus – si legge – il servizio invernale sarà notevolmente ridotto. L’azienda si scusa per il disagio arrecato, e si impegna a risolvere in tempi rapidi le predette difficoltà”. Un’ammissione, pubblicata anche sulla pagina Facebook di Amt, che cozza, e non poco, con quanto affermato dal primo cittadino nel luglio 2015, in occasione della consegna delle lettere di assunzione ai nuovi autisti.
“Ho coltivato – ha sottolineato Bianco in quell’occasione – sin dal primo momento del mio insediamento, l’idea di rilanciare il trasporto pubblico della città di Catania e quando ho chiamato Carlo Lungaro a presiedere l’azienda ho assunto insieme a lui un impegno morale: risanare i conti, aumentare gli autobus in circolazione, assumere nuovi autisti seguendo l’iter di un concorso che era già pronto da troppo tempo”.
Un’affermazione smentita dai fatti, nel giro di quattro stagioni. Oggi l’azienda, schiacciata dai crediti milionari non riscossi, allarga le braccia, fa firmare un accordo nel quale certifica, suo malgrado, la riduzione delle linee e, con il cartello, comunica scusandosi con l’utenza che quel servizio pubblico che avrebbe dovuto essere rilanciato oggi è moribondo. Non morto, i vertici a partire dal presidente, sperano e credono che la situazione possa essere recuperato, ma moribondo si. “Questa è la situazione – ammette il presidente Lungaro – ma noi stiamo facendo di tutto per recuperare e rimettere in piedi l’azienda”.
Dure le accuse dei sindacati autonomi che per primi hanno avvistato e annunciato l’iceberg contro il quale si è schiantata rovinosamente l’azienda di trasporto. Quasi un anno di segnalazioni oggi diventate triste realtà. “Quanto comunicato dall’AMT ieri alla cittadinanza – scrivono Fast Confsal e Faisa Cisal in una nota congiunta – è l’amara e triste conclusione di una vicenda surreale, una vergogna tutta catanese, e con essa la prova provata di come la politica locale, l’amministrazione comunale e il presidente Lungaro, abbiano fallito, avendo sottovalutato la crisi della Partecipata e quindi dovranno assumersi la responsabilità nei confronti dei Catanesi e dei lavoratori di aver mandato al macero un’azienda che doveva e poteva essere, invece, punto di riferimento trasportistico pubblico urbano, almeno, per buona parte dell’aria metropolitana di Catania”.
Un miglioramento, in termini di numero di mezzi e quindi di miglioramento del servizio, potrebbe esserci con l’applicazione dell’accordo sindacale con l’azienda – che prevede l’arrivo in città di 104 nuovi mezzi entro giugno 2017 – che, però, gli autonomi non solo non hanno sottoscritto, ma hanno avviato una raccolta firme per la sua abrogazione. Intanto, lo sciopero di 24 per il prossimo lunedì 19 settembre, è confermato.
Mentre nulla si sa degli autisti in graduatoria, la stessa dalla quale è stato attinto il personale assunto fino al 2015. L’elenco scadrà il 31 dicembre di quest’anno e, senza una proroga, saranno in centinaia a perdere la priorità acquisita. Per questo, alcuni di loro, lanciano un appello all’azienda, affinché proroghi la graduatoria al dicembre 2017. “In questo ultimo anno è stata praticamente ferma mentre l’azienda precipitava nel baratro – spiega uno dei lavoratori in lista dal 2006 – e ora è in scadenza, nonostante per il prossimo anno sia stato annunciato l’arrivo di cento nuovi autobus. Qualcuno dovrà guidarli – continua – e noi siamo stati formati proprio per questo”. Si sentono abbandonati e temono che, con le nuove consultazioni alle porte, l’Amt possa diventare luogo di sottogoverno. Per questo chiedono la proroga della graduatoria, fino all’arrivo dei nuovi mezzi, anche se secondo i vertici della società di trasporto pare che l’argomento non sia all’ordine del giorno e che verrà affrontato, eventualmente, dalla nuova dirigenza, i cui nomi dovrebbero essere fatti entro quindici giorni.